giovedì 27 settembre 2012

I Sogni nel Cassetto fanno la Muffa

Chi non ha un sogno nel cassetto? Io ne ho tanti, e li ho stipati tutti in un armadio ormai  pieno (il cassetto era diventato troppo piccolo) che non apro da tempo, per paura di essere travolta dal suo contenuto. 

Qualche giorno fa, durante la lettura dei miei blog preferiti, trovo nella pagina di Camilla, alias Zelda was a Writer, l'invito a partecipare ad un aperitivo intitolato Dress Code: Dreamer.




Siccome questa serata era inclusa in una serie di eventi di Food is Fashion, collegati alla MFW (Milano Fashion Week), mi iniziano a sorgere dei dubbi. 
Devo essere "in lista"? Perchè qui a Milano, se non sei "in lista", non sei nessuno e nei locali giusti non ci puoi entrare. Piuttosto è meglio includersi tra il pane e il prosciutto della lista della spesa, ma in qualche lista devi esserci, altrimenti non vai da nessuna parte.
E' necessario essere una modella di 20 anni alta 1 metro e 80 che pesa 50 chili, visto che stiamo parlando di MWF?
Bisogna conoscere qualcuno di very important, per poi vantarsi di essersi potuto avvalere della sua amicizia per frequentare gli eventi più esclusivi?
E soprattutto: davvero posso partecipare anche io?

Leggo bene il post, guardo tutti i link e mi accorgo di essere veramente invitata. Unico requisito: portare con sè un sogno. "Io ce l'ho!", mi sono detta, anche se è stata dura sceglierne uno solo, tra tutti quelli stipati nell'armadio. 
Sapendo di trovare in lei una mirabile alleata per quanto riguarda i sogni, propongo la cosa alla mia amica Alice, che accetta con l'entusiasmo che la caratterizza, e partiamo. Parla d'ordine: dreamer! 




Quando arriviamo al locale, mi affaccio timidamente oltre l'ingresso. Scongiurato il pericolo modelle con 10 anni e 10 chili meno di me, varco la soglia e inizio ad osservare con curiosità i gruppi di persone che chiacchierano animatamente. Riconosco Camilla e la saluto, lei ci risponde con un grande sorriso e ci accoglie con entusiasmo spiegandoci quello che sta dietro a questa serata.
Vengono presentati sei progetti, che da sogni si sono trasformati in realtà, e viene chiesto a ciascun partecipante di compilare una cartolina, con la quale ci si prende l'impegno di realizzare il proprio sogno entro una data stabilita. Camilla dice (più o meno): "Vi chiediamo di non lasciare i sogni nei cassetti, ma di fare il primo passo per realizzarli tirandoli fuori da lì. Lavorando per realizzare un sogno, spesso se ne realizzano altri che non pensavamo neanche di avere".

Una bella prospettiva: effettivamente il primo passo per realizzare un sogno è proprio tirarlo fuori dal cassetto e pulirlo dalla muffa che si è formata, avendolo lasciato tutto quel tempo al chiuso.




Ci diamo tre anni abbondanti: sogno da realizzare entro il 31/12/2015. Ce la faremo? Non lo so, ma la strada bisogna iniziare a percorrerla. Imbuchiamo la cartolina in una bellissima cassetta della posta rossa fiammante,  sperando che questo gesto ci porti fortuna!

Arrivata un po' sottotono, con l'umore grigio come la scrivania su cui lavoro, avendo persino dimenticato la macchina fotografica (che per una foto addicted come me è davvero grave), vengo travolta da persone entusiaste, vulcaniche, piene di progetti e senza paura di realizzarli. Mi sento parte di qualcosa di grande ed in fermento, in cui coloro che mi stanno intorno vogliono coinvolgermi.

Ringrazio Camilla per avermi fatto imbucare la cartolina e per avermi fatto prendere quest'impegno con me stessa e suggerisco a tutti di leggere i post correlati alla serata qui e qui.

Oggi niente ricetta, solo un sogno, che riparte da questo post, dopo troppo assenza dalla mia Cucina tra le Nuvole :-)

venerdì 31 agosto 2012

Il potere dei Bei Ricordi: Immersioni Subaquee e Pasta ai Ricci

Qualcuno mi ha detto che l'attività subacquea dà assuefazione. E aveva ragione, molta. Altro che crisi da rientro, la mia è una vera e propria crisi d'astinenza. Come farò?
Comunque, sempre quel Qualcuno, mi ha detto anche che i bei ricordi servono ad allontanare la tristezza e oggi ho deciso di usarli per sorridere, sebbene con un po' di malinconia.

Durante le vacanze ho scoperto di avere una stoffa innata per le immersioni subacquee. Pinne, maschera, boccaglio e qualche nozione di apnea hanno fatto di me la reginetta dello snorkeling
Il mondo sottomarino è meraviglioso, colorato, silenzioso e allegro al tempo stesso, ricco di luoghi e creature misteriose da scoprire. E io, perfettamente a mio agio nella mia nuova veste di esploratrice degli oceani, l'ho attraversato con la sobrietà e l'eleganza che mi caratterizzano, senza minimamente turbare la quiete e l'equilibrio di questo regno incantato.




Di conseguenza, nell'imparare la tecnica dell'immersione, non ho avuto alcun problema nella discesa in acqua, non ho mai, per nessuna ragione, sollevato una montagna informe di schizzi per poi ritrovarmi nel punto di partenza, così come mai e poi mai ho perso il costume durante le mie agili capriole involontarie. Inoltre non ho mai pronunciato frasi del tipo: "Aiutami, mi entra l'acqua nella maschera!", "Mi si è staccato il boccaglio, come faccio ora?", "Mi bruciano gli occhi", "Non mi hai aspettata, potevo perdermi!" e via dicendo... 
E certamente non ho in nessun caso disturbato chi stava godendo dei soli lievi rumori della natura con urla e schiamazzi, solo per dire: "Ho visto una stella marinaaaaaa!!! Yeee yeee yeee!!!", per altro rischiando di affogare per la quantità di acqua ingurgitata durante l'emissione del suono "yeeee", che presuppone un'ampia apertura del cavo orale. Questo mai. ;-)

Però capisco che non tutti possano avere una naturale abilità all'adattamento sottomarino  spiccata quanto la mia: c'è chi può essere bloccato da qualche piccola paura, chi può risultare un po' goffo nei movimenti o addirittura buffo per lo stupore fanciullesco che prova nel mettere la testa sott'acqua. In ogni caso non bisogna desistere perchè lo spettacolo di cui si può godere ripaga qualsiasi fatica o difficoltà. E poi volete considerare la soddisfazione di riuscire a raccogliere con le vostre mani il guscio di riccio che avete visto "in fondo al mare"???  





Io, presa da un raptus incontrollabile, di gusci di ricci ne ho raccolto in gran quantità. Dall'acqua mi dovevano tirare fuori a forza, perchè  sarei rimasta tutto il giorno là. Temo che per un bel po' mi dovrò accontentare dei ricordi, nel frattempo, a proposito di ricci, vi lascio la ricetta della pasta che abbiamo preparato con la loro polpa. Polpa comprata, perchè nel periodo estivo ne è vietata la pesca. Per fortuna che non era vietata la pesca dei gusci! :-)

PASTA ALLA POLPA DI RICCI 

Ingredienti 
linguine
polpa di riccio
aglio
pomodoro fresco
prezzemolo
basilico
Procedimento
Far soffriggere in padella l'aglio, dopodichè unire la polpa di ricci e i pomodori tagliati a cubetti.  Far saltare la pasta insieme ai precedenti ingredienti. Una volta preparati i piatti, spolverare con prezzemolo tritato e guarnire con una foglia di basilico.

Il Qualcuno mi ha detto che questa è la ricetta della pasta ai ricci alla Cagliaritana, un'altra versione è senza pomodoro. Siccome io mi fido ciecamente, non discuto e vi riporto esattamente quanto ho imparato.
Non ho volutamente messo le quantità, perchè decisamente dipendenti dai gusti personali. Noi abbiamo aggiunto anche una spolverata di peperoncino: non bisogna però esagerare per non coprire il sapore delicato dei ricci.


P.S. Quest'oggi un ringraziamento particolare va a Miriam, la mia mia maestra di ritocco fotografico. Lei mi dà sempre ottimi consigli, ma stavolta ha compiuto una vera e propria magia, aiutandomi a rendere presentabili delle foto scattate in fretta e furia, mentre a tavola c'erano persone, che bandivano coltello e forchetta, arrabbiatissime per il protrarsi dell'attesa! ;-)

venerdì 10 agosto 2012

Finalmente posso dire anche io... Buone Vacanze!

Ci vediamo tra due settimane con tante ispirazioni dalla Sardegna :-)

giovedì 2 agosto 2012

A spasso con Ali: Filetto di Tonno al Sesamo

Esistono cose a cui ci è impossibile rinunciare, cose che ci piacciono così tanto da far passare in secondo piano stanchezza, malumore, sonno e tristezza. Una di queste per me è il viaggio di ritorno "corso di ballo/casa" in macchina con la mia amica Alice.
Ultimamente sono così stanca e stressata che più volte mi è passato per la mente di marinare la mia amata serata di ballo del mercoledì (pensiero che, fino a non molto tempo fa, avrei considerato eretico), ma quello che mi ha fatto desistere dalla cattiva intenzione, è stato il pensiero dei rientro in macchina con Alice. Non sapete quante volte quella mezz'ora mi ha risollevato la giornata!.




Alice, diversamente da me, è un'abile e spericolata pilota che affronta con destrezza e senza paura il traffico di Milano ad ogni orario e sotto qualsiasi intemperia, senza ovviamente  rinunciare ad una buona dose di insulti in vari dialetti (in questo modo gli insulti risultano più efficaci, Alice docet). Per questo (e forse anche perchè la poverina è rimasta sconvolta dalla mia guida in un paio di occasioni) si è instaurata l'abitudine che sia lei, con il suo Pink Bolide, ad accompagnarmi a casa dopo il corso di ballo.
La quantità di risate che ci facciamo durante il tragitto e di stupidaggini che riusciamo a partorire è enorme. I nostri argomenti preferiti sono: problemi di salute vari e ricorrenti per entrambe, consigli su improbabili diete per riuscire ad indossare quei bellissimi jeans che non si chiudono più e, dulcis in fundo,  la cucina.

Solitamente le discussioni iniziano con gli aggiornamenti sulle tragicomiche avventure mediche a cui siamo abbonate (qualcuno si ricorderà delle mie fratture, avvenute quest'anno in occasione delle principali festività), ovviamente corredate da scambio di consigli su medicinali, laboratori di analisi e medici specialisti. Le vecchiette sul tram sono delle novelline in nostro confronto: in quanto a farmaci, noi siamo molto più esperte di loro! Certe volte siamo talmente sfortunate che ci rendiamo conto che quello che ci accade, visto dall'esterno, è a dir poco esilarante.




Il secondo tema è la dieta. Secondo me (ma è solo un mio parere personale), chi dice che ama i suoi chili di troppo mente sapendo di mentire! Noi li odiamo e dunque ci arrovelliamo su abitudini alimentari, sport e diete, approfondendo così tanto l'argomento, da raggiungere talvolta la speculazione filosofica. Dobbiamo assolutamente capire come perdere quei due o tre chili che non ci permettono di chiudere la cerniera lampo di alcuni vecchi pantaloni che ci stavano così bene e che ora invece provocano i famigerati "rotolini"! 
Nonostante tutte le nostre indagini e speculazioni, quest'accumulo di grasso resta  inspiegabile, così come non si capisce quale sia il nesso logico che ci fa passare dai  consigli di "cucina dimagrante" ai trucchi per fare una Cheese Cake a regola d'arte (a tal proposito: colla di pesce o agar agar questo sconosciuto? A noi, per ora, gli esperimenti con lo sconosciuto non sono andati a buon fine...). 
Che i due misteri siano collegati? Proprio non saprei... :-)


E così tra pan di spagna, bavaresi, cupcakes e i disastri che combiniamo in cucina, perchè ovviamente ci sono anche quelli, arriviamo a casa che non vorrei più scendere dalla macchina, per continuare a ridere e scherzare. Basta mezz'ora con l'amica giusta, che anche le giornate più nere possono diventare coloratissime e luccicanti. Grazie Ali, questo post lo dedico a te ;-) 
E visto che, nonostante ci piaccia tanto preparare torte e dolcetti di ogni sorta, ci siamo confidate il terrore di essere fotografate a sorpresa in costume da bagno, senza che ci lascino il tempo di tirare indietro la pancia, stavolta presento una semplice, ma soprattutto "dietetica" ricetta, adatta agli ultimi giorni prima delle vacanze che si stanno finalmente avvicinando, nella speranza di perdere almeno un etto! :-)





FILETTO DI TONNO AL SESAMO 

Ingredienti per 2 persone
2 filetti di tonno
semi di sesamo
aceto balsamico
olio, sale e pepe
Procedimento
Far marinare i filetti di tonno in aceto balsamico, olio, sale e pepe per una mezz'ora. Impanare il tonno nei semi di sesamo. Scaldare a fuoco vivo una padella o piastra antiaderente, scottare il tonno da entrambi i lati. Dopodichè abbassare la fiamma e proseguire la cottura per alcuni minuti a seconda dello spessore del trancio. Il cuore dovrà rimanere rosa. Servire con misticanza.

P.S. Se per caso volete dimagrire dopo il tonno non mangiate la Cheese Cake

giovedì 26 luglio 2012

Cosa ci faccio qui? Torta soffice al Pistacchio e Limone

Non faccio questa torta esattamente dall'aprile del 2007. Non so perchè. Avevo strappato la ricetta da un giornale e l'avevo preparata per festeggiare la mia laurea con i compagni del laboratorio dove ho svolto la tesi, ed era stato un successo. Poi il foglio strappato è rimasto  per anni piegato nel quaderno delle ricette che tengo in cucina.

Da qualche tempo mi arrovellavo per trovare l'idea giusta per una torta speciale, che fosse morbida, profumata e dal gusto un po' insolito e mi è tornata in mente lei: una torta a base di pistacchi e limone. Ma non buccia grattugiata o succo di limone, proprio interi limoni.
Allora ho cercato il famigerato foglietto, ritrovandolo non senza fatica, ingiallito e sporco di ogni sorta di ingredienti. Confesso che quando cucino sono davvero un vulcano, non solo di idee... dalle mie mani infatti "eruttano" farina, schizzi di uovo, zucchero e chi più ne ha più ne metta.


Dunque mi sono rimboccata le maniche e, mentre impastavo, frullavo, montavo gli albumi a neve, ho iniziato a ripensare all'ultima volta che avevo preparato questo dolce: a quella giornata di festa, al tavolo allestito (non proprio a norma) tra un computer e un delicato strumento di misura, ai sorrisi delle persone che avevano lavorato con me e alle loro parole.
Auguri, congratulazioni, scherzi, ma la frase che mi ha colpito di più è stata quella di una professoressa: "Ma questa torta l'hai fatta tu??? Ma allora che cosa ci fa qui?!".
Sicuramente voleva essere un bel complimento alla cuoca, ma in effetti quella domanda me l'ero già posta molte volte...

Ad esempio durante le lezioni, in mezzo a centinaia di "maschi" amanti delle camicie da boscaiolo o in alternativa delle magliette dei gruppi metal, ma non altrettanto amanti del sapone.
Oppure di fronte ad un professore che, per spiegare il funzionamento di una termocoppia (un sensore di temperatura), ha tirato in ballo la massaia che accende il forno a 500 °C (500??? Ovviamente non mi sono potuta trattenere e ho urlato, dal fondo dell'aula, che i forni di casa non raggiungono quelle temperature!).
Non parliamo poi di quando mi sforzavo di leggere i titoli della Gazzetta dello Sport per poter avere almeno un argomento di discussione in comune con i compagni di corso o di quando, essendo ormai diventata a tutti gli effetti "una di loro", mi coinvolgevano in discorsi espliciti e mooolto dettagliati sulle ragazze diciamo ehmm... oggetto dei loro desideri.



Cosa ci facevo lì allora, cosa ci faccio qui ora... in effetti non lo so... Non ho azzeccato la scelta all'inizio e non ho avuto il coraggio di cambiare, però ho letto che certe volte le scelte sbagliate ti portano nei posti giusti...



Io spero di esserci sulla strada per il posto giusto (anche se al momento è un po' tortuosa e piuttosto ripida, cavolo!), nel frattempo però posso sempre dire di avere imparato tante cose dalle esperienze passate: innanzitutto l'arte di suggerire, senza offendere, l'uso del sapone e del deodorante ad amici e conoscenti, e non dimentichiamo l'esperienza di personal shopper specializzata in trasformazioni nerd sfigato/ragazzo normale. Inoltre so cos'è il fuorigioco ed il significato di parole volgarissime e impronunciabili che gli uomini sono soliti usare (non si sa mai, potrebbe sempre venirmi utile, sapere è potere!).
E poi ho imparato a fare questa torta, la cui ricetta da oggi non rimarrà più scritta su un foglietto sporco, dimenticato in un quaderno in cucina.





TORTA SOFFICE AL PISTACCHIO E LIMONE 

Ingredienti
300g di pistacchi
2 limoni
200g di zucchero
6 uova
1 bustina di lievito per dolci
zucchero a velo
Procedimento
Far bollire i limoni per un'ora. Dopo averli fatti raffreddare, privarli dei semi e frullarli fino ad ottenere una crema. Far bollire 200g di pistacchi per 30 secondi, poi unirli ai restanti 100g e frullarli finemente. Sbattere con delle fruste elettriche i tuorli d'uovo con lo zucchero. Quando saranno spumosi unire la farina di pistacchi, la crema di limone e il lievito mescolando bene, fino ad ottenere un composto omogeneo. Montare a neve ben ferma gli albumi e unirli al composto mescolando piano dal basso verso l'altro. Versare nella tortiera e far cuocere a 180°C per 40 minuti.


Io ho utilizzato 4 piccole tortiere floreali da 10 cm circa di diametro l'una. In alternativa si può realizzare una torta grande oppure distribuire l'impasto in pirottini da cupcake stando attenti in questo caso a diminuire i tempi di cottura di 5-10 minuti. Vale sempre la prova stecchino :-)


Con questa ricetta dolce partecipo a Get an Aid in the Kitchen di Cucina di Barbara .



giovedì 19 luglio 2012

Sogni di Gloria e Ricette "Originali": Filetto di Salmone al cartoccio con Porri e Crema di Yogurt Greco ed Erba Cipollina

Vi è mai capitato di trovarvi in una situazione a causa di una concomitanza di eventi concatenati tra loro, di cui non ricordate quasi l'inizio? E di interrogarvi sulle motivazioni, sulle scelte e soprattutto le "non scelte" che vi hanno potato a tutto ciò?
Dai 18 ai 30 anni ho vissuto come trasportata da un fiume in piena: Milano, studio, laurea, master, stage, contratto a progetto, assunzione, lavoro, casa... e ora mi trovo a interrogarmi, per la prima volta con coscienza, su cosa vorrei (e avrei voluto) fare realmente "da grande".

Ho deciso di spegnere il pilota automatico che mi ha condotta fin qui, e di provare a fare qualche deviazione (prudenza mi raccomando!) per coltivare alcuni piccoli sogni/passioni, come questo blog, e come la cucina, e per buttarmi, una buona volta, in qualche avventura divertente.

Allora ho scritto questa e-mail che recitava più o meno così: 

"Ciao sono Francesca, ho 30 anni, sono nata a Sanremo, ma vivo a Milano e... sono un'ingegnere. Ho provato a smettere con tutte le mie forze, ma la realtà mi è ostile. Basta un errore di gioventù, e poi si finisce in un vortice dal quale non si riesce ad uscire, ma forse voi mi potete aiutare :-)

Sfogo la mia creatività in cucina e nel mio blog che non è un classico contenitore di ricette, ma un ironico diario, dove il cibo è protagonista (oltre a me ovviamente!). 

A completare il quadro c'è l'esuberante gruppo di ballo latino, tutto al femminile, di cui faccio parte: Le Sfogliatelle. Abbiamo scelto questo nome perchè ci rappresenta appieno, infatti siamo dolci e belle :-)

Sogno di aprire un localino eclettico a Parigi, la mia città del cuore, dove gustare dolcetti, qualche semplice piatto ligure o sardo (la mia regione e quella del mio ragazzo), leggere, rilassarsi, vedere mostre fotografiche, ascoltare un concerto jazz o assistere a un reading. Le idee di certo non mi mancano e neanche l'entusiasmo, chissà se un giorno ci riuscirò.

Allora posso partecipare?

Ciao.
Francesca"



Lo scopo? Partecipare ad un programma televisivo dove due cuochi dilettanti si sfidano in prove di fantasia e abilità culinaria di fronte a tre giudici. Per scaramanzia non voglio rivelare altri dettagli, ad ogni modo, la rete che lo trasmette ha un nome che è simile a una nota musicale. Misterioso no?! :-)

Detto, fatto. Dopo due giorni ricevo una telefonata (mentre ero in ufficio).

"Ciao sono I. del programma Misterioso, hai qualche minuto?"
"Ciao" (Mi agito tantissimo) "veramente sarei in ufficio..."
"Non c'è problema" (Ma come non c'è problema? C'è il mio capo qui con me, che mi sente! Come fare?)  "Tanto ti rubo solo qualche minuto." 
"Ok..." (Corro a nascondermi in bagno)
"Allora, ci hai scritto per partecipare al nostro programma?"
"Sì"
"E che lavoro fai?"
"Ingegnere, lavoro in una società di..."
"Sìsì ho capito" (Ma se non ho finito di parlare?!) "E da cosa viene questa passione della cucina?"
"Bhe... mmm... fin da piccola..." (non ho la solita parlantina, aiuto!)
"Sì sì ho capito..." (Ma cosa, se non mi fai parlare?) "Bhe, dai, dimmi un piatto ORIGINALE che hai preparato."
"Originale?"
"Sì, dimmi un primo originale." (Vorrei proprio controllare la definizione sul vocabolario, chissà cosa intende lei per ORIGINALE!)
"Mmmmm... Risotto con pere, robiola e zenzero."
"Ok, e un'altro primo originale?"
"Fregola al sugo di gallinella."
"Vabè...Ora dimmi un secondo originale." (Vabè? Perchè vabè? Inizio a essere ossessionata dalla parola "originale".)
"Filetto di salmone al cartoccio, con porri e crema di yogurt greco ed erba cipollina."
"E un altro?"
"Trancio di tonno marinato in aceto balsamico con sesamo."
"E se ti dico salvia?"
"Ehh?!" (Ma cosa c'entra?)
"Sì, se ti dico salvia, cosa mi dici?"
"Bho?!" (Aiuto) "Pollo alla salvia?"
"Ma non è molto ORIGINALE... dai ci sentiamo se mai per un casting." (Non era stato specificato che dovesse essere originale!)

...tu tu tu tu tu tu tu tu... (per chi non l'avesse capito è il suono di quando ti mettono giù il telefono prima che tu possa accorgertene)

Vorrei sottolineare, a parte che la signorina I. non è stata particolarmente "gentile", che non ero così in ansia, e non avevo più ricevuto così tante domande a raffica, dai tempi dell'università. Nemmeno un colloquio di lavoro mi fa quest'effetto... E la conversazione sarà durata, all'incirca... un minuto e mezzo (ci ho messo più tempo a nascondermi in bagno di quello che ho trascorso al telefono).

Chissà se mi richiameranno, io lo spero. Da quel giorno però, una domanda mi ossessiona. Ma cosa vorrà dire ORIGINALE in cucina? Si accettano aiuti casa.

A questo punto vi lascio una mia ricetta originale :-)




SALMONE ORIGINALE 
Filetto di Salmone al cartoccio con Porri e Crema di Yogurt Greco ed Erba Cipollina

Ingredienti
1 filetto di salmone
4 porri
250 g di yogurt greco
erba cipollina
vino bianco
olio, sale, pepe
Procedimento
Tagliare i porri a rondelle e disporli su un ampio foglio di carta forno. Appoggiare il filetto di salmone. Irrorare con vino bianco, aggiungere un filo d'olio, sale e pepe. Chiudere ermeticamente la carta forno, formando il cartoccio (è molto importante che il vapore che si genera all'interno non fuoriesca, affinchè il pesce rimanga morbido e assorba i sapori degli altri ingredienti). Far cuocere in forno a 180° per circa 30 minuti. 
Ne frattempo preparare la crema, mescolando lo yogurt greco con poco olio, sale, pepe ed erba cipollina tagliata piuttosto fine.
Sfornare il salmone e guarnire con la crema fresca (che si scioglierà leggermente), che contrasterà il calore del pesce appena sfornato.


P.S. Speriamo che I. non legga questo post, considerato che ha i riferimenti del mio blog. Però non potevo fare a meno di condividere con voi questa esperienza così... come dire... originale! :-) E se proprio dovesse leggerlo, speriamo che mi trovi ironica e divertente e non si offenda, altrimenti addio sogni di gloria in tv!


P.P.S. Il mio ragazzo ha accolto con entusiasmo il mio desiderio di partecipare al programma di cucina. Poi mi ha chiesto: "Cosa si vince?". E io: "Pentole (yuppi!)". E lui: "Pentole? Ma non si vincono soldi?" 
Soldi al posto di gloria e pentole? Ovviamente scelgo gloria e pentole! Almeno voi mi capirete, lui no... ma è sempre un'uomo, su questo non ci si può fare niente :-)

giovedì 12 luglio 2012

Come sopravvivere ad un fine settimana estivo a Milano: Frullato di Pesche e Albicocche con Menta e Zenzero

Pomeriggio di maggio afoso, sono seduta per terra fuori dal laboratorio di elettronica digitale (sì lo so, ho torbidi scheletri nell'armadio...), all'ombra dell'orribile tettoia in cemento. 
Andrea: "Non vedo l'ora che arrivi il fine settimana, così posso andare all'idroscalo a fare il bagno."
Francesca: "Cosa?! Tu fai il bagno nell'acqua dell'idroscalo?"
Andrea: "Certo, e dove dovrei andare altrimenti?"
Francesca: "Ah, io faccio il bagno esclusivamente al mare, ci mancherebbe altro, infatti venerdì vado a casa a Sanremo. "

Tutto ciò accadeva circa sei o sette anni fa presso quel luogo dove ho dovuto attraversare mille peripezie: il Politecnico di Milano.

Per chi non lo sapesse "l'idroscalo di Milano è uno scalo per idrovolanti realizzato alla fine degli anni venti, situato nelle vicinanze dell'Aeroporto di Milano-Linate. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto, l'ampio bacino acquatico è oggi un polo di attività ricreative e sportive, un utilizzo quest'ultimo che ha accompagnato l'idroscalo lungo tutta la sua storia, tanto che le prime gare di canottaggio furono tenute già nel 1934."
(fonte Wikipedia)

A distanza di diversi anni, dove credete che sia andata nel week-end più caldo dell'anno? Proprio quando Caronte ci voleva traghettare tutti in un posto davvero rovente? All'idroscalo ovviamente! Punita per cotanta passata superbia.





Sinceramente il bagno nell'acqua dell'idroscalo continuo a non volerlo fare: nonostante sia balneabile, per una come me, nata e cresciuta al mare, tuffarmi "nell'ampio bacino acquaticoè davvero troppo. Ma, costretta a Milano, alla fine ho imparato a non disdegnare il refrigerio estivo che ti possono offrire i parchi (anche se non molto fitti di alberi) e le piscine all'aperto

Dunque come procedere? Zainetto con: pranzo al sacco, asciugamano, crema solare e tanto spirito di adattamento.

Impresa numero uno: trovare un piccolo spazio non cementificato dove stendere il telo.
Impresa numero due: trovare IL cespuglio dove mettere all'ombra cibo e bevande. Non è stato facile, qualcuno ci aveva già pensato prima di noi.
Impresa numero tre: trovare un metro quadro di acqua (della piscina, ci tengo a sottolineare) dove immergersi.

Siamo rimasti piuttosto provati dalla giornata. Abbiamo dovuto sopportare l'abbondante fumo passivo proveniente dai nostri vicinissimi vicini, mamme urlanti i divieti più impensabili (ci mancava solo che dicessero VIETATO DIVERTIRSI) e la musica e i discorsi di adolescenti in cerca di pulzelle. Ma soprattutto, abbiamo dovuto sopravvivere alla vista di un tipo unto e palestrato, in costume giallo canarino, che si è impegnato a rimanere immobile (muscoli in tensione ovviamente) a bordo vasca tutto il pomeriggio, non sia mai che qualcuno non lo notasse, mentre la sua ragazza prendeva il sole in una strana e credo scomoda posizione, gomiti e ginocchia posati a terra e "sederino" all'aria, chissà come mai... ;-)


Rientrati a casa abbiamo usato le ultime forze rimaste per prepararci una merenda super rinfrescante ed energizzante il cui profumo ci ha fatto sognare di essere in riva al mare...




FRULLATO DI PESCHE E ALBICOCCHE CON MENTA E ZENZERO
Ingredienti per 2 persone

8 albicocche
2 pesche
1 vasetto di yogurt bianco
1 tocchetto di zenzero fresco
5-10 foglie di menta fresca
1 amaretto del sassello


Devo dire che è stato un riuscitissimo connubio di ingredienti. All'inizio si viene colpiti dalla freschezza della menta, poi si assaporano le pesche e le albicocche per poi finire con la nota piccante dello zenzero e il retrogusto dolce-amaro dell'amaretto.

Vi consiglio di provarlo, soprattutto se siete così fortunati di non essere ancora in città!




Con questa ricetta partecipo al contest di Morena in cucina "Un Dolce al Mese". Questo mese sono protagoniste le pesche e le albicocche.