martedì 27 novembre 2012

Cosa mangia Braccio di Ferro? Risotto allo Spinacino e Squacquerone.

Da un annetto circa soffro di una terribile malattia, il morbo del jeans stretto. I miei jeans preferiti inspiegabilmente non si chiudono più, e, quando provo ad eseguire tale operazione, compaiono spaventosi sintomi: orribile rotolino di ciccia contornante il girovita e gravi difficoltà respiratorie.
Per fortuna c'è una soluzione. Sembra che incrementare l'attività fisica dedicandosi ad esercizi aerobici, possa aiutare a combattere il suddetto morbo... Rotolino, sparirai!

Decisa ad aumentare le ore che dedico allo sport, destreggiandomi tra lavoro ed innumerevoli impegni, aggiungo una sessione di palestra in un giorno in cui non sono solita frequentarla. Ore 20: Fire Freight ("Carico di Fuoco"? Ho provato a googlarlo senza successo...). Non capisco di cosa si tratta, ma in segreteria mi dicono che è un corso aerobico, dove si bruciano un sacco di calorie, molto coinvolgente. Perfetto, è proprio quello che fa al caso mio.
In sala trovo un gremito gruppo di persone, impazienti di iniziare la lezione. Molto impazienti. Troppo impazienti. Un po', come dire... ESALTATI. La cosa non mi convince.



Non ho tempo di riflettere. Entra un istruttore con dei bicipiti così grossi, che non capisco come riesca ad avvicinare le mani alla bocca. Con un fare in perfetto stile Full Metal Jacket, inizia ad urlare: "Correre, correre, correre!". Sono già abbastanza sconvolta, quando aggiunge: "E ora fuori!". Fuori? Fuori dove? Chiedo ad uno dei suoi seguaci, che mi informa che andremo a correre in giro per il quartiere, inserendo anche sessioni di flessioni, torsioni e via dicendo. Non devo agitarmi, mentre tutti usciranno, io farò dietro front (tanto per rimanere il tema) con disinvoltura e nessuno se ne accorgerà. 
"E non pensate di staccarvi dal gruppo, io starò in fondo alla fila, e nessuno potrà abbandonare la lezione!". La voce dell'istruttore eccheggia lungo le scale, questo è un incubo!

Mi sento male, fuori fa anche freddo e non ho potuto prendere la felpa nell'armadietto, ho il fiatone e tutti urlano in coro un inno del tipo: "FORTI, UNITI E DETERMINATI!".  Quest'ora non finisce più! Ultimo esercizio: correre in fila per due, chiacchierando con il proprio compagno. Ma perchè? Finisco accanto ad una ragazza che inizia a sottopormi ad una raffica di domande, senza dimenticarsi di sottolineare, ogni due parole, quanto sia COINVOLGENTE questo corso. L'unica cosa che riesco a dire è: "Se vuoi parla tu, io non ho abbastanza fiato, però posso ascoltarti."



Torno a casa stremata, il "Carico di Fuoco" non fa proprio per me. Mi consolerò con un bel risotto allo Spinacino e Squacquerone. Non so se il Sergente Maggiore Hartman lo approverebbe, ma d'altra parte Braccio di Ferro, di gran lunga molto più simpatico, non doveva forse mangiare gli spinaci per essere forte? Altrimenti come faccio ad allenarmi!


RISOTTO ALLO SPINACINO E SQUACQUERONE
Ingredienti per 2 persone
8 pugni di riso
1 scalogno
150g di spinacino
100g di squacquerone
1 bicchiere di vino
brodo vegetale
Procedimento
Far appassire lo scalogno a fuoco lento con poco olio. Dopodichè alzare la fiamma e unire le foglie di spinacino. Quando sarà appassito aggiungere il riso facendolo tostare, poi bagnarlo con un bicchiere di vino bianco.
Dopo che il vino sarà sfumato, abbassare la fiamma e bagnare poco a poco il riso con il brodo vegetale. A cottura quasi ultimata incorporare lo squacquerone.



Per chi avesse perso qualche puntata precedente, io misuro il riso con i pugni e uso esclusivamente l'olio, mai il burro. Tradizioni di famiglia. Sono ligure, il burro non è nelle nostre corde, se non nei dolci. 
Puristi del soffritto e della mantecatura a base di burro, provate per credere! :-)

lunedì 19 novembre 2012

Un uomo al Tè delle Cinque: Torta Quattro Quarti alla Vaniglia

"Amore, domenica pomeriggio andiamo a prendere il tè delle cinque con le mie amiche, va bene?" 
"Ehmm... sì che bello... ma possiamo andare dopo le partite?"
"Come dopo le partite?! Non mi vorrai dire che le partite sono più importanti del fatto che non vedo la mie amiche da un sacco di tempo!"
"Nooooo, certo che no!"
Segue un immediato aggiornamento di tutti i siti internet visualizzabili da cellulare, per rimanere costantemente informato sulla classifica di campionato.

Ecco un esempio di pianificazione della domenica. Effettivamente mi sento un po' in colpa: un pomeriggio tra donne non è certo la massima aspirazione per un uomo, nemmeno per il migliore dei fidanzati. Però le mie amiche sono molto simpatiche, in più la padrona di casa, che ci ospiterà per il tè, ha un ometto che va per i due anni: sono certa che ci divertiremo e che i ragazzi si capiranno al volo.

Quindi saliamo in macchina e andiamo a prendere l'amica numero uno. La radio è sintonizzata sul un canale sportivo, che noia, ma sono intenzionata a sovrastare le cronache calcistiche con commenti su nuovi acquisti, cosmetici e film d'essai. Lei però ha una reazione inaspettata: mostra interesse verso i risultati delle partite e scambia opinioni con il mio ragazzo! 
Non conoscevo questo suo lato... o forse sono io che non le ho mai dato la possibilità di esternarlo? Ad ogni modo proseguiamo, recupereremo dopo, con tante chiacchiere al femminile.



Raggiungiamo dunque la seconda amica che ci accoglie con un profumatissimo tè fumante  e delle deliziose girelle danesi alla cannella. Altro che campionato, questa sì che è vita: parliamo animatamente di tutte le cose che ci sono successe nell'ultimo periodo e dei progetti futuri mentre l'ometto cerca di assaggiare tutti i dolcetti che ci sono sul tavolo, come biasimarlo! Giunge quindi il momento divano: continuano le chiacchiere, intervallate da giochi con pupazzi, macchinine e libri illustrati. Perfetto. E diciamo la verità: gli adulti non aspettano altro che tornare bambini! 

"Inizia il gran premio vi interessa?" Come il gran premio?! Ma non è dopo pranzo? Ah già, è negli Stati Uniti, c'è il fuso orario... Ad ogni modo le risposte sono: sì, sì, sì e per finire sì. Caspita, sono in minoranza, non me lo sarei mai aspettata. 
Divano, televisione sintonizzata sulla Formula 1, amiche appassionate di Formula 1 (e di calcio) e ometto pilota: e io che avevo paura che il mio ragazzo si sarebbe annoiato! Non mi resta che giocare con un libro illustrato (evviva, non vedevo l'ora!), ce n'è giusto uno sui "Piccoli Chef", fantastico, ci sono anche gli ingredienti staccabili :-)



Anche noi abbiamo preparato un dolce per l'occasione. Dico noi, perchè il mio ragazzo è stato coinvolto, oltre che nel pomeriggio tra amiche, anche nella realizzazione di una torta Quattro Quarti, a mio parere adattissima al tè delle cinque. A forza di ricoprire il ruolo di addetto al robot da cucina, Lui sta diventando sempre più bravo, non è che la prossima volta terrà le fila anche dei discorsi "culinari"? 


TORTA QUATTRO QUARTI ALLA VANIGLIA


Ingredienti
2 uova (115 g nel mio caso)
115 g di burro morbido
115 g di zucchero
115 g di farina 00
2 bustine di vanillina
8 g di di lievito per dolci (1/2 bustina)
1 pizzico di sale

Procedimento
Montare con delle fruste elettriche lo zucchero con il burro morbido, il pizzico di sale e la vanillina. Aggiungere le uova e poi la farina miscelata al lievito. Versare il composto in uno stampo da plum cake e far cuocere in forno a 170° per 20 - 30 minuti circa (vale sempre la prova stecchino).

La torta Quattro Quarti si chiama così proprio perchè vengono mantenute le proporzioni tra i quattro ingredienti principali. E' molto importante quindi pesare le uova ed utilizzare lo stesso peso di burro, zucchero e farina. Per una torta più grande basterà aumentare il numero delle uova e il peso degli altri ingredienti di conseguenza (nonchè la quantità di lievito). 

E siccome la torta Quattro Quarti è buonissima anche a colazione (sempre che ne avanzi un po'), con questa ricetta partecipo al contest Colazione Sopraffina della Cuochina Sopraffina.




lunedì 12 novembre 2012

Dinamiche da "Food Event" e Torta Salata alle Melanzane e Semi di Finocchio

Ebbene sì, anche io ho finalmente partecipato ad uno dei tanti, ormai di gran moda, Food Event. Più che "partecipato", forse il termine corretto è "presenziato", dal momento che il mio ruolo è stato semplicemente quello di ascoltatrice e... osservatrice. 

Sono stata invitata da una mia cara amica, una bravissima Food Blogger, padrona di casa in occasione di un incontro in onore della cucina siciliana a Milano. Lungi da me voler riassumere il contenuto degli interessantissimi interventi di esperti del settore, non ne sarei all'altezza, quello che mi piacerebbe raccontare sono invece le "dinamiche da Food Event" che ho potuto analizzare con occhio clinico.

Popolazione presente: 30% esperti o appassionati di Food con un alto livello di preparazione in materia, 70% anziane signore dai capelli cotonati sfoggianti vestito buono, vistosi gioielli e pennellate di trucco piuttosto acceso.
Mentre sul volto dei cosiddetti foodie si delineava un'espressione di piacere ed ammirazione quasi estatica di fronte alle parole degli chef, che evocavano profumi e sapori di Sicilia, man mano che passava il tempo, lo sguardo delle anziane signore diventava sempre più impaziente e bramoso del momento degustazione. Posto a sedere vicino al tavolo degli assaggi e borsetta sulle ginocchia: ho capito subito che il loro vero interesse non era capire come si produce vino biodinamico, ma berne a più non posso!



Altro che riflessi rallentati dalla vecchiaia! Non appena sono stati spenti i microfoni, con scatto felino, le signore si sono avventate sul buffet usando velocità e scaltrezza per arraffare più pietanze possibili, in una battaglia all'ultimo sangue a suon di sorrisi e sgambetti. Io non ho neanche provato ad avvicinarmi al tavolo, era troppa la paura di ricevere in testa una pochette vintage in pelle di coccodrillo,  inavvertitamente s'intende. 

Volendo citare un leggendario film, "ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare". Ci si potrebbe chiedere se non siano umane anche le anziane signore. Ebbene no. La risposta è no. Sono donne bioniche capaci di incassare calci, gomitate e spallate pur di addentare l'agognato finger food (nonchè il delizioso mini vassoio in bambù, senza accorgersi che quello non si mangia).

Poveri foodie e poveri chef, che sono stati bruscamente risvegliati dal loro idillio enogastronomico dagli schiamazzi delle professioniste della degustazione. E mentre uno dei cuochi assisteva inerme alla fine così poco poetica delle sue creazioni, si sentivano in sottofondo frasi come: "Delicatissimi questi assaggi!" (forse riferendosi al fatto che il vassoio doveva essere realizzato con un materiale più resistente per sopravvivere agli assalti?) e "Che profumo questi fichi d'india!" (mentre i frutti, usati per decorare la tavola, venivano infilati con "estrema discrezione" nelle pochette vintage in pelle di coccodrillo).



Vi lascio una ricetta ispirata alla Sicilia adatta sia come piatto unico che per un buffet, se servita in mono porzioni. Ma se fossi in voi non inviterei le suddette professioniste!

TORTA SALATA ALLE MELANZANE E SEMI DI FINOCCHIO
Ingredienti
1 disco di pasta sfoglia
2 melanzane
250g di ricotta di pecora
1 cucchiaio di semi di finocchio
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
3 uova
sale e pepe
Procedimento
Tagliare le melanzane a cubetti, salarle e lasciarle riposare per un'ora, poi sciacquarle bene ed asciugarle. Sbattere le uova, unire la ricotta, il parmigiano, i semi di finocchio, sale e pepe q.b. e le melanzane a cubetti. Disporre il disco di pasta sfoglia nella teglia, riempire con il composto e ripiegare i bordi della sfoglia sul ripieno. Infornare a 200°C e far cuocere per un’ora.