martedì 29 maggio 2012

Effetti devastanti dello Shopping: Riso Bianco con Zucchine (e i loro Fiori) e Pachino e Coccinella Portafortuna

E' vero che per gli uomini andare a fare shopping è una tortura, ma non pensavo che potesse causare degli effetti così devastanti...
Sabato pomeriggio "lui ed io" siamo stati in un fantastico outlet con lo scopo di creare ed acquistare un perfetto total look da cerimonia (ma riutilizzabile in altre occasioni... facciamo tutti questi discorsi no?!) per il mio ragazzo. 
Effettivamente, quando si va in giro per negozi, sono io che guardo e provo i vestiti, stupendomi di fronte alle nuove tonalità di colore proposte, e invaghendomi di più o meno della metà di quando esposto nel negozio, mentre qualcun'altro si allena a migliorare le sue abilità di individuazione della sedia più vicina non disdegnando gare all'ultimo balzo contro fidanzati o mariti altrui, anch'essi in cerca di un giaciglio. In questo caso, invece, è stato lui ad essere "costretto" a provare ripetutamente diversi capi di abbigliamento, non potendosi, tra l'altro, limitare esclusivamente a dire: "ok è comodo, lo prendo", ma dovendo addirittura esprimere apprezzamenti su fattura (slim fit questo sconosciuto) e abbinamenti di colore!
Volete sapere cosa ha sortito tutto questa fatica fisica e psicologica? Febbre a 40 (e non è un modo di dire) a partire dalla sera stessa per due giorni!


Sinceramente non avrei mai immaginato che ciò rende euforica e allegra me, potesse far ammalare il mio amato, poverino. Effettivamente, capire, nello stesso pomeriggio, la differenza tra tre diverse sfumature di grigio chiaro e quella tra slim fit e comfort fit è stato troppo per lui, ed ha avuto un tracollo.
E' iniziata dunque la fase medicine e "cibo da malato". Avevo parecchie cose a cui pensare e mi mancava la voglia di preparare pasti completamente diversi per me e lui. Ho quindi provato ad usare la fantasia, per insaporire il semplice riso in bianco (del malato appunto) con alcuni ingredienti che mia mamma mi aveva provvidenzialmente regalato il giorno prima, trasformandolo in una leggera insalata estiva, da mangiare insieme a chi aveva come problema, più trovare un modo per non farsi cadere il ghiaccio da sopra la testa, che assaporare un buon pranzetto.

  
INSALATA DI RISO BIANCO CON ZUCCHINE, FIORI DI ZUCCHINE E POMODORINI DATTERINI

Ingredienti
3-4 zucchine trombetta liguri (*)
i fiori di queste zucchine
una decina di pomodori datterini
riso bianco
sale
olio

Procedimento

Grattugiare grossolanamente le zucchine e farle saltare in padella per alcuni minuti, nel frattempo grigliare i fiori. Tutti gli ingredienti devono rimanere piuttosto croccanti. A parte, far leggermente appassire i pomodorini datterini. Fare bollire il riso in abbondante acqua salata. Quando sarà cotto mescolarlo con le zucchine, i pomodorini ed un filo d'olio crudo. Preparare le porzioni e terminarle aggiungendo alla fine i fiori grigliati.

In cottura non ho aggiunto alcun condimento alle verdure, neppure un filo d'olio. Ho usato le mie nuove padelle in ceramica (regalo di mamma e papà) che devo dire si stano rivelando davvero ottime, permettendomi di cucinare "al naturale" e di preservare il sapore dei cibi, cosa in questo caso importantissima, visto che si trattava di prodotti "di casa", arrivati direttamente a Milano dall'orto del contadino di fiducia. Questi sì che sono regali!

(*) Le zucchine trombetta sono originarie della Liguria e prendono il loro nome dalla particolare forma curva e allungata. Sono di color verde chiaro ed hanno un sapore dolce e delicato. Prima di venire a Milano, credevo che questa fosse l'unica qualità di zucchine esistente al mondo, tant'è che la prima volta che sono andata in cerca di questo ortaggio al supermercato metropolitano, ho dovuto chiedere aiuto. Di fronte a dei cilindretti verde scuro ho esclamato: "ma io cercavo le zucchine non i cetrioli!". Me ne sono tornata a casa con le zucchine scure, amare (come poi ho scoperto mio malgrado) e dopo essermi presa della stupida... Ci credo che qui i bambini non vogliono mangiare le zucchine! Per fortuna ho anche imparato che, in altre regioni di Italia, ci sono decine di varietà di zucchine, dalle forme e dai colori particolari, una più buona dell'altra. Peccato non sia così facile reperirle se non si ha molto tempo per andare al mercato o in cerca di agricoltori che vendono direttamente i loro prodotti. A volte la scappata al supermercato dopo il lavoro è obbligatoria, se non si vuole morire di fame (purtroppo).


Comunque, chi segue da un po' le avventure dei componenti della Cucina tra le Nuvole, avrà notato che il bollettino medico è sempre più spesso in stato di allerta. Mi ritrovo a scambiarmi consigli su medicine e rimedi naturali con le vecchiette: sull'autobus, sull'ascensore e ovviamente in fila in farmacia. Periodo sfortunato o età che avanza? Per non sbagliarmi invoco (anche se con estremo ritardo) la bellissima Coccinella Portafortuna che mi hanno regalato Veronica de Il Mestolo Magico e Claudia di Carotina Abbrustolita con il Premio Blog Portafortuna. Grazie davvero! Accolgo volentierissimo questa Coccinella nella mia cucina sperando che mi dia una mano non solo nei risolvere i malanni, ma anche nel realizzare i progetti di cambiamento che ho nel mio cuore.


Le regole del gioco sono queste: indicare i nostri tre cibi preferiti e premiare altri dieci Blog.

Difficile scegliere solo tre cibi per una persona che, come me, adora mangiare. Senz'altro ci sono le zucchine (quelle buone però). A casa mia non sono mai mancate, mia mamma le prepara ripiene o ne fa un'ottima "torta verde" (da noi si chiama così, spero di postare presto la ricetta). Poi i dolci, di cui sono golosissima. Tra questi, al primo posto metto le torte soffici come la "famosa" torta dei sette vasetti. Infine voglio mettere il pesce (di mare): nata e cresciuta in un paese di mare (per l'appunto) lo adoro. Lo preferisco cucinato nei modi più semplici, al forno o alla brace... e non è mai buono come a casa :-)

Ora citerò 10 tra i miei blog preferiti, ma vorrei che questa Coccinella facesse capolino non solo dai vincitori di questo Premio, ma anche nella cucina di tutte quelle persone che hanno un sogno, un nuovo progetto da realizzare, un bimbo in arrivo o appena arrivato, un esame difficile da superare... e condividono con dolcezza le loro ricette, le loro esperienze e le loro aspettative, con un gruppo di amici virtuali uniti dall'amore per la cucina. Vola Coccinella Portafortuna! :-)

Diario di Cucina
Fragole a Merenda
La Femme du Chef
La Petite Cuillère
Le Ricette dell'amore Vero

giovedì 24 maggio 2012

Parigi, pioggia, Tarte Tatine e una sorpresa speciale

Viaggio a Parigi programmato da mesi, elenco lunghissimo di cose da fare e da vedere, lasciate indietro dalla visita precedente e... pioggia, pioggia, pioggia... Come se non bastasse, si è presentato un terribile e interminabile acquazzone, proprio nel giorno in cui saremmo voluti a andare a passeggiare sulla Promenade Plentée ed a fare un picnic a Bois de Vincennes. Che delusione. A questo punto è scattato il piano B: la visita del Musee d'Orsay avrebbe allietato il nostro pomeriggio. Peccato che, arrivati là, ci siamo accorti che fosse chiuso, così come la maggior parte dei musei, il lunedì. Dopo aver attentamente consultato la guida, abbiamo constatato che non ci restava che visitare il Musee de l' Ecole Militaire.

L'idea di vedere un museo pieno di armi non mi entusiasmava affatto. Mi sono completamente inzuppata ed infreddolita in un tragitto teoricamente breve (ma che io ho percepito lunghissimo). Sono scivolata in fangose pozzanghere, rovinando i miei nuovi stivaletti che avevo indossato con lo scopo di essere bellissima a Paris, e sono stata quasi trascinata via dal mio ombrellino ribaltato dal vento.  A questo punto non ho avuto altra scelta: muso e tristezza massima. Non siete d'accordo con me, che fosse l'unica soluzione?

Niente sembrava poter riscattare quella giornata, ma il mio ragazzo mi ha proposto di tornare in albergo ad asciugarci e riscaldarci un po', per poi consolarci con una bella cenetta. Effettivamente tutto questo riposo non era previsto nel mio programma di viaggio dai ritmi serratissimi, ma ho dovuto ammettere che in quel momento fosse davvero l'unica buona idea da seguire.


Dopo l'asciugatuta e un sonnellino, la pioggia era adirittura diventata lieve, e ci ha permesso di passeggiare un po' vicino al canale St. Martin, per poi dirigerci nella zona di Bellville, alla ricerca di un ottimo ristorante, dove avevamo già mangiato durante il nostro primo viaggio a Parigi, un anno e mezzo fa. Vi consiglio questo quartiere se volete perdervi in un posto che non ha nulla a che fare con i turisti. La via più carina a mio parere è Rue d'Oberkampf, stetta e colma di localini colorati, ristoranti e jazz bar. Noi siamo andati al Pied de Fouet.



In questo ristorante si respira un'atmosfera davevro familiare, il cibo è ottimo e vengono seviti piatti tipici della tradizione francese (consiglio i piatti del giorno).  Incredibile a dirsi, per essere a Parigi, si viene accolti da una ragazza gentile e sorridente e da un oste altrettanto simpatico. Qui si può stare tranquilli e soffermarsi a chiacchierare tra una portata e l'altra; c'è anche chi mangia da solo e senza fretta, gustandosi ogni boccone, senza preoccuparsi di "perder tempo" leggendo un libro o riflettendo un po'...
Viene voglia di non andarsene, soprattutto quando fuori fa freddo e quando ti propogono la deliziosa Tarte Tatin, che sognavo da tempo di riassaporare. E proprio vero che, in certe occasioni,  una bella fetta di torta può fare miracoli nel risollevare l'umore!


La Tarte Tatine è una torta di mele "rovesciata" che si serve solitamente accompagnata da panna acida.
Secondo la leggenda, questo dessert sarebbe originario di Lamotte-Beuvron (nella regione del Centro): le sorelle Stephanie (1838-1917) e Caroline Tatin (1847-1911) gestivano un ristorante, che esiste ancora sotto il nome di "hôtel-restaurant Tatin", di fronte la stazione frequentata da molti cacciatori. Domenica di apertura della caccia, mentre preparavano una torta di mele per un pasto di cacciatori, una delle sorelle, dimenticò di porre la frolla al di sotto della torta, lasciando caramellare così le mele nel burro e nello zucchero. Per rimediare all'errore pose la pasta frolla al di sopra del composto. I cacciatori apprezzarono questa torta, che divenne così la torta Tatin.
(fonte Wikipedia)

Io non ho mai preparato questa buonissima torta, ma, dopo questo viaggio, dovrò assolutamente provare. Al momento non ho una particolare ricetta da suggerire, penso che proverò con quella dell'infallibile Giallo Zafferano e con quella contenuta in un meraviglioso libro che ho appena acquistato e che si intitola come il mio sogno: "The little Paris Kitchen". Vi farò sapere come andranno a finire i miei primi tentativi, nel frattempo se avete la vostra ricetta da suggerirmi non esitate! Mandatemela per favore. Voglio a tutti i costi ricreare quella delizia, mangiata in una sera di pioggia, in piccolo ristorantino in una bellissima e piccola rue di Parigi!

Ah, Parigi... anche inzuppata da capo a piedi, la adoro. Gli innamorati che si stringono sotto gli ombrelli, le persone che sgomitano per ripararsi sotto le tende dei Bistrot per non bagnarsi e non rinunciare a bere un bicchiere di vino all'aperto. Le insegne colorate delle botteghe, le strade lastricate e scivolose, le tovaglie a quadretti, un buon Bordeaux che fa girare la testa, la Tarte Tatin e una scatolina nascosta nella tasca del giubbotto del mio ragazzo, che, con la scusa di volermi scaldare le mani, mi fa trovare un regalo speciale... Sono la principessa delle favole che mi inventavo da bambina, sono felice che il mio cuore non basta, e vorrei restare qui per sempre.

Chi ha la ricetta magica per femare il tempo in un momento perfetto?  Qualcuno mi aiuti, vi prego! Per ora io posso solo lasciarvi un consiglio che ho "rubato" in un Cake Bar a St. Germain des Pres. Buona torta a tutti!



giovedì 17 maggio 2012

"Sistema l'Armadio" Therapy e Tortini di Zucca dedicati ad un'Amica Speciale

Qualche giorno fa, ho fatto un po' di shopping (mooolto poco...eheh) e, rientrata a casa, ho avuto il raptus della sistemazione degli armadi dove, visto il clima, giacevano mischiati senza alcuna logica, indumenti invernali ed estivi.
Ultimamente, la fatidica domanda mattutina "cosa mi metto oggi?", era diventata un interrogativo assai stressante, soprattutto perchè, una volta trovata la risposta (dopo non poche ed arugute riflessioni), era impossibile ritrovare i vestiti selezionati, perchè inglobati in uno spaventoso calderone, dove a volte ho persino temuto di essere inghiottita. Così mi sono messa all'opera.

Ci sono sere in cui mettere in ordine l'armadio diventa un bisogno impellente: sistemo in modo ordinato tutti gli abiti, li divido per genere e colore, riscopro cose che mi mi ero dimenticata di possedere e rifletto su possibili nuovi abbinamenti (idee sempre fantastiche e originali ovviamente!). A lavoro concluso, resto a guardare ammirata la mia opera, e tutto quell'ordine e quei bei colori ben accostati tra loro, mi danno un senso di tranquillità ed anche un po' di entusiasmo.
Effettivamente potrei diventare la creatrice di una "Sistema l'Armadio" Therapy. Stress, difficoltà nel dare un ordine alla tua vita, indecisione sulle scelte future? In poche parole: casino? (E scusate il francesismo). Segui "Sistema l'Armadio" Therapy! Metti in ordine rigorosamente cromatico i tuoi vestiti, elimina quelli che non usi da troppo tempo e non ti rappresentano più, e dai un posto speciale ai nuovi acquisti. Verrai pervasa da un senso di tranquillità, ti sentirai propositiva, forte e pronta per affrontare il futuro! Mi vedo già: la santona che predica un nuovo metodo antistress, ma che dico, una nuova filosofia di vita, che cambierà l'esistenza dei miei adoranti seguaci, i quali non potranno fare a meno di ringraziarmi con spontanei regali (preferibilmente abiti d'alta moda, giusto per rimanere in tema, o denaro, così mi compro quello che voglio io!)
A parte gli scherzi, per quanto mi riguarda, il disordine tra i vestiti, che, se non si fosse capito, adoro, rispecchia esattamente il disordine presente nella mia mente e di conseguenza nella mia vita. Quando non ne posso davvero più, allora ricorro alla suddetta terapia ed effettivamente mi sento meglio. Provare per credere!



In questo contesto però è avvenuto uno strano fenomeno: ho utilizzato l'armadio in camera della mia ex coinquilina, camera ora disabitata, per "appoggiare provvisoriamente" i vestiti estivi e studiare la corretta organizzazione del guardaroba. Al temine di questa operazione però, l'armadio di Claudia, si è trasformato nell'armadio dei vestiti estivi, ed il mio, in quello dei vestiti invernali... e sono entrambi colmi di roba! Che ci sia stato un fenomeno di moltiplicazione delle camicette? Credo che questo possa essere annoverato tra i misteri inspiegabili del mondo, tipo la comparsa dei giganteschi cerchi nei campi di grano degli Stati Uniti o cose di questo tipo.  Se qualcuno ne sapesse qualcosa o fosse stato anche lui protagonista di tale fenomeno, mi faccia sapere, ne sono rimasta piuttosto turbata.
Ad ogni modo ora ho due armadi in due stanze diverse, ho completamente usurpato gli spazi della mia amica, ma alla fine è ciò che si merita. Pensate che quella malvagia ragazza mi ha abbandonata per tornare nella sua città natale, dal suo fidanzato dal quale era lontana da più di due anni, per coronare il suo sogno d'amore, sposarsi, e vivere per sempre felice e contenta. E ha lasciato me, sola e abbandonata, con un armadio vuoto come unico amico con cui parlare! Vi sembra giusto? A me no! :-) Bhe per lo meno adesso mi consola il fatto che l'armadio sia diventato pieno.

Cmq non è vero niente! Claudia è un'amica speciale con la quale abbiamo vissuto mirabolanti avventure tra le pareti della nostra casetta (non mancherò di raccontare qualcosa) e mi manca tanto. Per questo dedico a lei la ricetta che sto per presentarvi e che aspettava di essere pubblicata da mesi. L'ingrediente principale è la zucca, che Claudia ama molto, e che usa sempre per preparare paurosissime cene di Halloween. Certo la stagione della zucca è ormai passata, ma potete conservare la ricetta per il prossimo autunno, oppure sostituirla con verdure di stagione. Lascerò anche qualche suggerimento per possibili varianti. La preparazione è talmente semplice che si presta a dare libero sfogo alla fantasia.


TORTINI DI ZUCCA CON CREMA DI GORGONZOLA PICCANTE
Ingredienti
500g di zucca
250g di ricotta
3 uova
2 o 3 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale e pepe
noce moscata
gorgonzola piccante
latte

Procedimento
Far stufare a fuoco lento la zucca a tocchetti in una casseruola con pochissimo olio e mezzo bicchiere l'acqua. Quando sarà morbida a sufficienza, ridurla in una purea con l'uso della forchetta. Trasferire il tutto in una capiente terrina e mescolare con la ricotta, il parmigiano, i tuorli dell'uovo, il sale, il pepe e la noce moscata. Infine amalgamare delicatamente con gli albumi precedentemente montati a neve. Distribuire il composto in stampini monoporzione e far cuocere in forno a 180 gradi per circa 30 minuti. Far raffreddare, sformare i tortini e accompagnarli con una salsa realizzata sciogliendo il gorgonzola con qualche cucchiaio di latte.

Quello che mi piace particolamente di questo piatto è il contrasto tra il sapore dolce della zucca e quello piccante e intenso del gorgonzola.
 
Come dicevo, questi tortini richiamano certamente l'inverno, sia per la stagionalità dell'ingrediente principale, sia per il tipo di sapore.  La zucca, però, può essere sostituita con verdure di stagione, come ad esempio le zucchine. I tortini potrebbero essere accompagnati da una salsa di formaggio fresco e delicato o addirittura da una salsa allo yogurt greco completata con qualche foglia di menta. Caspita... mi viene voglia di preparare questa variante! :-) Se qualcuno di voi ci provasse prima di me, mi faccia sapere!
 

giovedì 3 maggio 2012

Preferisco definirmi Geek: Torta Bicolore allo Yogurt

Ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti o esistite è puramente casuale :-)

Un paio di settimane fa, siamo stati inviatati a cena da un'amica che, talvolta, si diletta nel fare esperimenti sociologici, riunendo (a sorpresa), intorno alla stessa tavola, persone delle più diverse età, estrazioni, opinioni... e chi più ne ha più ne metta.
Ci siamo così trovati a cenare con due ragazzi piuttosto "originali": uno che si presenta ogni volta che lo vedo, e che, sempre ogni volta, mi ribadisce che non si ricorda di me, e uno che ci ha intrattenuto con teorie teoricamente scientifiche, che dimostrano l'esistenza degli extaterrestri. 
Ad ogni modo la compagnia è stata simpatica e piacevole sino al momento del "cosa facciamo dopo cena". Il ragazzo pro-alieni è a questo punto intervenuto con una frase inquietante: "Se permettete avrei in macchina qualcosa per voi...". Una spada laser? L'abbigliamento completo di guerre stellari? Una macchina per il teletrasporto inventata da lui? O, ancor peggio, il filmino delle sue vacanze? Ci sono stati attimi in cui il terrore si leggeva chiaramente nei nostri occhi. Poi è rientrato in casa con uno zaino contente... console corredata da vari videogiochi, compresa una chitarra (finta) per destreggiarsi con Guitar Hero.
Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho capito che non sarei stata rapita dagli alieni, ma, al contempo, ho subito un duro colpo. Io odio i videogiochi, soprattutto questi aggeggi moderni che riconoscono i movimenti del corpo e con i quali i maschi si esaltano scimmiottando calciatori e atleti. Ero tristissima, pensavo che sarei rimasta in un angolo tutta la sera. Non per niente, faccio di tutto per convincere il mio ragazzo che non vale la pena possedere uno di questi ordigni rovina coppia, ma, quando ci si mettono in mezzo gli altri, non c'è nulla che possa trattenerlo dalla febbre del videogioco.

Ma c'era una cosa che non avevo considerato: il gioco del ballo! Magari qualcuno di voi è espertissimo, e considera banali le mie scoperte, ma io non credevo potesse esistere un videogioco così favoloso. Lo scopo è imitare i movimenti dei ballerini che compaiono sul video, guadagnando punti proporzionalmente alla propria bravura. Inutile dire che mi sono a dir poco entusiasmata e per la prima volta ho capito cosa significa "avere la febbre del gioco", o meglio, "del videogioco": non volevo più spostarmi dallo schermo, decisa a battere ogni record e impedendo a chiunque di partecipare. Peccato che mi fossi da poco rotta un dito del piede e un movimento troppo azzardato, ma che mi ha permesso di raggiungere il massimo dei punti :-), me l'ha inequivocabilmente ricordato. I lupi famelici attorno a me non aspettavano altro che scacciarmi da lì e hanno colto al balzo l'occasione per ritornare a far finta di essere campioni di box o chitarristi metal. Ma la regina indiscussa del ballo resterò io!


Comunque, stupiti da tutti i gadget tecnologici che possedeva, e dall'abilità che stava sfoggiando nell'utilizzarli (tranne nel gioco del ballo s'intende), ci siamo permessi di dire al ragazzo pro-alieni: "Certo che sei proprio un nerd dei videogiochi!".
Ci ha messo un attimo a far capitolare la mia convinzione di conoscere un po' abitudini e modi di dire degli appassionati di tecnologia, rispondendo: "Preferisco definirmi geek!".
A quel punto nella mia mente c'è stato posto solo per il vuoto cosmico misto a stupore e per un gigantesco punto interrogativo... 

Ci hai provato ad adularmi con i gioco del ballo, caro ragazzo pro-alieni, facendomi avvicinare ad una forma di droga, ma dopo questa incomprensibile affermazione, non avrai mai la mia fiducia.
Non si sa mai che mi proponga come cavia per esperimenti extraterrestri, dopo avermi condotta in un granaio abbandonato con la scusa di poter trovare la nuova edizione del gioco del ballo proprio là!

Per chi non fosse aggiornato:

Nerd è un termine della lingua inglese con cui viene chiamato chi ha una certa predisposizione per la ricerca intellettuale, ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una più o meno ridotta predisposizione per la socializzazione. Lo stereotipo vede queste persone affascinate dalla conoscenza, specialmente quella riguardante la scienza e la matematica; i "nerd" sono inoltre considerati poco interessati alle attività sportive e sociali. Anche l'aspetto esteriore è rappresentato da un cliché ben definito: indossano vestiti niente affatto alla moda, spesso tipici di persone più in là con gli anni (come gilet o mocassini). A partire dagli anni novanta molte persone che si consideravano "nerd" iniziarono a sostenere che tale appellativo avesse una valenza positiva, ed iniziarono ad usarlo per connotare le persone che hanno competenze tecniche di un certo livello, tralasciando ogni implicazione riguardo alla socialità e socievolezza.

Geek è un termine di origine anglosassone, indicante una persona affascinata dalla tecnologia. Il significato di geek non coincide con quello di nerd, avendo una connotazione positiva almeno tra coloro che si fregiano del termine e amano etichettarsi in tal modo. 

(fonte Wikipedia)

In poche parole nerd equivale a "sfigato maniaco del computer" e geek a "gran figo e maestro supremo dei videogiochi (che si autoproclama tale)". Lascio a voi l'arduo compito di trovare la differenza tra queste due definizioni, sempre che ci sia... io mi astengo e preferisco peccare di "ignavia" (vi risparmio la definizione di Wikipedia perchè sono varie pagine). Dico solo questo: alieni non mi avrete!




Vi chiederete cosa c'entra la torta bicolore allo yogurt in tutto ciò. Ogni ospite che si rispetti non arriva a mani vuote quando riceve un invito, e io ho subito colto la palla al balzo per sfogare il mio desiderio di creare qualcosa di goloso. Peccato che il tempo fosse poco e che le dotazioni della cucina del mio ragazzo siano ridotte all'osso (niente bilancia). Quindi ho ripiegato per una variate della classica torta allo yogurt, semplice e veloce, e soprattutto in cui le quantità vengono misurate "a vasetti".
E da qui il risultato del mio di esperimento sociologico: davanti a un buon dolcetto siamo tutto uguali, ovvero golosi anche a fine cena! 

TORTA BICOLORE ALLO YOGURT
1 vasetto di yogurt
3 uova
2 vasetti di zucchero
2 vasetti di farina
2 vasetti di fecola
1 vasetto di olio
125g di cioccolato fondente
1 bustina di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
1 pizzico di sale

Procedimento
Montare le uova con lo zucchero con una frusta elettrica, poi aggiungere gli altri ingredienti tranne il cioccolato. Dividere l'impasto in due parti uguali ed unire ad una delle due il cioccolato precedentemente sciolto a bagnomaria. Versare nella tortiera prima l'impasto chiaro e poi quello scuro in modo irregolare, al fine di creare delle "macchie di colore". Infornare a 180°C per circa 40 minuti.  

P.s. La ricetta originale, che ho già presentato qui, prevederebbe l'utilizzo dell'olio di semi. Dopo diverse prove ho stabilito che preferisco usare l'olio di oliva (anche extravergine) perchè non amo il sapore dell'olio di semi. Ad ogni modo questa scelta dipende dal gusto personale e non modifica la buona riuscita della torta.


Concludo con una confessione: quella sera eravamo talmente di fretta che non sono riuscita a fare fotografie prima di uscire. Poi a casa della nostra amica la luce non era quella giusta, poi le cavallette l'hanno attaccata con avidità facendo fette di forma irregolare (che assurdità, non credete?) e lasciando briciole dappertutto, poi avevamo sporcato la tovaglia di vino... Insomma, dopo un paio di giorni ho rifatto la stessa torta con il principale scopo di fotografarla, di pubblicarne la ricetta e di "inventare" questo racconto. La torta, poi, me la sono mangiata a colazione.

Sono affetta da una grave sindrome da Food Blogger, pensare che avevo iniziato così ingenuamente, senza pensare alle conseguenze che la scelta di aprire "In cucina tra le Nuvole" avrebbe portato. Inoltre ora ho un'irrefrenabile voglia di giocare al gioco del ballo! Che ne sarà di me?