giovedì 27 settembre 2012

I Sogni nel Cassetto fanno la Muffa

Chi non ha un sogno nel cassetto? Io ne ho tanti, e li ho stipati tutti in un armadio ormai  pieno (il cassetto era diventato troppo piccolo) che non apro da tempo, per paura di essere travolta dal suo contenuto. 

Qualche giorno fa, durante la lettura dei miei blog preferiti, trovo nella pagina di Camilla, alias Zelda was a Writer, l'invito a partecipare ad un aperitivo intitolato Dress Code: Dreamer.




Siccome questa serata era inclusa in una serie di eventi di Food is Fashion, collegati alla MFW (Milano Fashion Week), mi iniziano a sorgere dei dubbi. 
Devo essere "in lista"? Perchè qui a Milano, se non sei "in lista", non sei nessuno e nei locali giusti non ci puoi entrare. Piuttosto è meglio includersi tra il pane e il prosciutto della lista della spesa, ma in qualche lista devi esserci, altrimenti non vai da nessuna parte.
E' necessario essere una modella di 20 anni alta 1 metro e 80 che pesa 50 chili, visto che stiamo parlando di MWF?
Bisogna conoscere qualcuno di very important, per poi vantarsi di essersi potuto avvalere della sua amicizia per frequentare gli eventi più esclusivi?
E soprattutto: davvero posso partecipare anche io?

Leggo bene il post, guardo tutti i link e mi accorgo di essere veramente invitata. Unico requisito: portare con sè un sogno. "Io ce l'ho!", mi sono detta, anche se è stata dura sceglierne uno solo, tra tutti quelli stipati nell'armadio. 
Sapendo di trovare in lei una mirabile alleata per quanto riguarda i sogni, propongo la cosa alla mia amica Alice, che accetta con l'entusiasmo che la caratterizza, e partiamo. Parla d'ordine: dreamer! 




Quando arriviamo al locale, mi affaccio timidamente oltre l'ingresso. Scongiurato il pericolo modelle con 10 anni e 10 chili meno di me, varco la soglia e inizio ad osservare con curiosità i gruppi di persone che chiacchierano animatamente. Riconosco Camilla e la saluto, lei ci risponde con un grande sorriso e ci accoglie con entusiasmo spiegandoci quello che sta dietro a questa serata.
Vengono presentati sei progetti, che da sogni si sono trasformati in realtà, e viene chiesto a ciascun partecipante di compilare una cartolina, con la quale ci si prende l'impegno di realizzare il proprio sogno entro una data stabilita. Camilla dice (più o meno): "Vi chiediamo di non lasciare i sogni nei cassetti, ma di fare il primo passo per realizzarli tirandoli fuori da lì. Lavorando per realizzare un sogno, spesso se ne realizzano altri che non pensavamo neanche di avere".

Una bella prospettiva: effettivamente il primo passo per realizzare un sogno è proprio tirarlo fuori dal cassetto e pulirlo dalla muffa che si è formata, avendolo lasciato tutto quel tempo al chiuso.




Ci diamo tre anni abbondanti: sogno da realizzare entro il 31/12/2015. Ce la faremo? Non lo so, ma la strada bisogna iniziare a percorrerla. Imbuchiamo la cartolina in una bellissima cassetta della posta rossa fiammante,  sperando che questo gesto ci porti fortuna!

Arrivata un po' sottotono, con l'umore grigio come la scrivania su cui lavoro, avendo persino dimenticato la macchina fotografica (che per una foto addicted come me è davvero grave), vengo travolta da persone entusiaste, vulcaniche, piene di progetti e senza paura di realizzarli. Mi sento parte di qualcosa di grande ed in fermento, in cui coloro che mi stanno intorno vogliono coinvolgermi.

Ringrazio Camilla per avermi fatto imbucare la cartolina e per avermi fatto prendere quest'impegno con me stessa e suggerisco a tutti di leggere i post correlati alla serata qui e qui.

Oggi niente ricetta, solo un sogno, che riparte da questo post, dopo troppo assenza dalla mia Cucina tra le Nuvole :-)