giovedì 19 aprile 2012

Uomini in Cucina: Sarde a Beccafico e Insalata di Arance


"Nella mia cucina non ci sarà mai la televisione."

Dopo anni di litigi con mio papà durante l'infanzia, perchè mi sentivo spesso ripetere la frase "non si parla durante il telegiornale" (ed io ero certa di avere argomenti ben più interessanti e drammatici del tipo "il mio compagno di classe mi ha tirato le trecce", e altrettanti anni di litigi, stavolta con entrambi i genitori, durante l'adolescenza, perchè mi volevo alzare da tavola prima che gli altri avessero finito di mangiare per andare a guardare la televisione da sola in camera mia (visto che nessuno era disposto a subire i miei programmi preferiti), ebbene, dopo tutto ciò, ho stabilito che nella mia futura cucina non ci sarebbe mai stata la tv.

La cucina deve essere un luogo di incontro e condivisione, mentre si prepara la cena e mentre si mangia. La tavola il posto attorno al quale ci si raccontano le proprie giornate, i propri problemi, ci si scambiano consigli e si ride. La televisione a mio parere catalizza l'attenzione e distrae da quanto di più bello ci può essere: lo stare insieme con le persone a cui si vuole bene.

Lo scorso fine settimana però, è accaduto qualcosa che ha gravemente incrinato questa mia convinzione. Stavo preparando un promettente risotto porri e asparagi, nella mia nuova e fantastica wok in ceramica ricevuta in regalo (non avevo mai provato pentole e padelle in ceramica e devo dire che sono ottime), quando ho avuto la malaugurata idea di chiedere al mio ragazzo se potesse dare un'occhiata alle verdure che erano sul fuoco, mentre mi facevo la doccia. Quando sono tornata per riprendere possesso dei fornelli, l'ho trovato che rimestava un po' troppo animatamente un agglomerato di verdure bruciacchiate.


Verdure bruciate nella wok in ceramica. Lo so sembra impossibile… eppure ci è riuscito. Gli ho chiesto: "Per caso ti sei distratto un attimo?". E lui: "Mi sono seduto in camera SOLO CINQUE MINUTI a vedere la formula uno."
La formula uno???? E ha fatto bruciare le verdure? Ho, mio malgrado, definitivamente capito una cosa: non c'è impegno che tenga quando nelle vicinanze ci sono un letto e una televisione che trasmette gare di macchine che girano in tondo, cercando di superarsi l'una con l'altra. Ne ho concluso che forse è meglio avere la televisione in cucina, se si vuole usufruire dell'aiuto del fidanzato la domenica all'ora di pranzo. Ed è così che sono cadute le mie convinzioni, maturate nel corso di un'intera vita. Ad ogni modo per il momento la tv non c'è, ma forse in futuro sarò disposta ad accettarla.

Il risotto per fortuna siamo riusciti a salvarlo. Ottimo di sapore, ha però assunto un aspetto poco piacevole, caratterizzato da un color marroncino - abbronzato - abbrustolito. In compenso però sapevamo chi ha vinto la gara della macchinine, ne è valsa la pena no?! :-P

Per fortuna non tutti gli uomini sono così, ci sono anche quelli che in cucina tengono in mano le redini della situazione. E' il caso del nostro amico Dino, che ho avuto già modo di elogiare in un altro post. Per chi fosse curioso può dare un’occhiata qui.
Lui e Cristina, la sua futura sposa (mi piace molto questa definizione, che romantici!), ci hanno invitati a cena sabato scorso, la sera prima del disastro, e Dino ha preparato delle ottime sarde a beccafico accompagnate da un'insalata di autentiche arance di Sicilia. Ha pulito da solo tutte le sarde (e solo per questo merita un monumento) e non ha fatto bruciare nulla a causa di qualche inutile programma sportivo in tv. Fantastico no?! Cristina ha invece preparato il dolce, ma per questo dovrete aspettare un'altro post :-).

Intanto vi lascio questa prelibata ricetta (quella del risotto la eviterei, a meno che qualcuno non desideri ardentemente mangiare un riso di un marroncino poco promettente).


 
SARDE A BECCAFICO E INSALATA DI ARANCE

Ingredienti per 4 Persone - Insalata
2 arance piccole o 1 grande per persona
1 cipollotto
2 finocchi
olio di oliva extra vergine
sale  e pepe


Ingredienti per 4 Persone - Sarde a Beccafico
16 sarde pulite e divise a metà
100 gr di mollica di pane grattugiata più 1 cucchiaio
5 filetti di acciughe
succo di 2 arance
2 cucchiai di uva passa
2 cucchiai di pinoli
sale e pepe
olio di oliva
foglie di alloro


Procedimento
Pulire le sarde e lasciare ammorbidire  2 cucchiai di uvetta in acqua tiepida. Mettere in una padella un cucchiaio di olio di oliva extra vergine, scaldarlo e mettere la mollica di pane facendola abbrustolire appena. Versare la mollica in una ciotola con un altro cucchiaio di olio, il succo di un'arancia, l’uvetta scolata, i pinoli e le acciughe tritate, salando leggermente e aggiungendo un po' di pepe. Creare quindi un composto di consistenza media. Disporre in una pirofila metà delle sarde con la parte interna rivolta verso l’alto e aggiungere su ognuna il ripieno. Chiudere a sandwitch con la metà  restante delle sarde e disporre le foglie di alloro tra una sarda e l’altra. Spolverare le sarde di mollica, aggiungere il succo di un’arancia e un filo di olio e informare a 180° per 20 minuti. Servire con l'insalata di arance preparata precedentemente.



Dite che "qualcuno" si offenderà? Speriamo di no... Dopo tutto sarà stata colpa mia, evidentementemente nonc'era chiarezza nella mia spiegazione del compito affidato, certamente ci ho messo troppo a fare la doccia (le donne...) e soprattutto non capisco l'importanza della gara delle macchinine!

venerdì 13 aprile 2012

Il ritorno della Dittatrice della Cucina: Crostata con Crema al Limone e Frutta Fresca

Quest'anno, per amore, per la prima volta, ho trascorso la Pasqua lontano dalla mia casa natia: sono stata in Sardegna dalla famiglia del mio lui. Abbiamo trascorso tre giorni stupendi che, purtroppo, come da copione, sono volati via in un batter d'occhio. Come sempre, tutti erano riuniti in cucina ad aspettare il nostro arrivo, anche se in tardissima serata, e siamo stati travolti da forti abbracci, sorrisi e sguardi felici.

Adoro la cucina di quella casa: è un'ampia stanza molto accogliente, di cui il tavolo ne è il cuore. C'è un comodissimo divano, dal quale si può osservare il fuoco del caminetto acceso per gran parte dell'anno, le pentole sono quasi sempre sui fornelli, che si affacciano su una grande finestra dalla quale si vede il giardino. La vita familiare si svolge principalmente in quest'ambiente fatto apposta per unire i cuori.
Così capita che chi sta leggendo il giornale, comodamente seduto sul divano, commenti una notizia con chi sta girando il sugo, che si sposti in un angolo la tovaglia piena di briciole, per fare una partita a carte subito dopo pranzo e che qualcuno non resista ad un pisolino davanti al caminetto, mentre qualcun'altro lava i piatti.
Come nelle migliori famiglie, la persona che legge il giornale solitamente è la stessa che si addormenta sul divano. Va da sè che, chi gira il sugo, lava anche i piatti!
Si scherza, si parla, si litiga, si mangia, si dorme, si cucina, tutti insieme intorno al tavolo, dove, fino a qualche anno fa, veniva rincorso un bambino un po' troppo "pestifero", ma a cui è impossibile non voler bene :-)


Sabato c'è stato tutto il giorno fermento per i preparativi per il pranzo di Pasqua. Nonostante il menù prevedesse già molte e abbondanti portate, non ho resistito, e ho voluto preparare qualcosa anche io.
Ho scelto uno dei miei cavalli di battaglia: la crostata con crema al limone e frutta fresca. Non mi sono fatta sfuggire l'occasione per schiavizzare una dolce e indifesa fanciulla (mia cognata) e un esperto di meccanica e tagliuzzamenti (il mio ragazzo). La prima ha affettato la frutta disturbata da continui interventi della sottoscritta che impartiva ordini sulla forma e lo spessore delle fettine, il secondo ha minuziosamente grattugiato la scorza del limone e ne ha spremuto il succo privandolo di semini e qualsivoglia residuo. Dimenticavo, la fanciulla ha avuto anche il compito di estrema responsabilità di ricoprire la pasta frolla con i fagioli secchi, affinchè non si gonfiasse durante la cottura. Così io mi sono potuta dedicare a quello che mi piace davvero fare: impastare, mescolare, decorare.
Ho fatto ovviamente credere a ciascuno di loro di avere tra le mani il compito in assoluto più importate, da cui sarebbe dipesa la riuscita dell’intero dolce, altrimenti non si sarebbero mai prestati a trascorrere il pomeriggio con me che impartisco loro ordini.
E dove abbiamo fatto tutto questo? Intorno al tavolo, parlando di tante cose che non riusciamo mai a raccontarci a causa del tempo che non è mai abbastanza e della distanza.

Sono rimasta molto soddisfatta della riuscita della crostata: pomeriggio ben speso. Ma non si vive di sola cucina... abbiamo dunque concluso la giornata con una passeggiata per negozi! Siamo anche passati a trovare nostro cognato intento nella sua attività di benefattore. Lui svolge un lavoro davvero importate e di aiuto per le persone, soprattutto per le donne: ha un negozio di... scarpe (e sa anche cosa è un plateau, non come "qualcun'altro"). Casualmente ce n'erano proprio un paio che desideravo molto e che avevo visto tempo fa su una rivista. Non ho potuto fare a meno di comprarle, era un segno del destino, non c'è stata assolutamente premeditazione, lo giuro :-)


Che giornata perfetta: pranzo in famiglia, preparazione di torta con schiavetti a mia disposizione (ops… volevo dire aiutanti), acquisto di bellissime scarpe con plateau, uscita serale con amici. Cosa ci si poteva aspettare dunque se non anche una Pasqua perfetta? Peccato che la mattina dopo, preparandomi per andare a pranzo nella nuova casa della dolce fanciulla e del colto benefattore, io abbia urtato con violenza contro lo spigolo di un mobile e mi sia rotta un dito del piede. Quest'anno una frattura per ogni ricorrenza, spero di risparmiarmela per ferragosto!

Essendo molto triste per l'accaduto, sono stata costretta a consolarmi con un favoloso pranzo di Pasqua Sardo: antipasto di pecorino e salsiccia stagionata, ravioli al sugo fatti in casa, ripieni di ricotta e spinaci, agnello in umido con piselli, cinghiale (orgogliosamente cacciato dal papà del mio ragazzo) al sugo, pardulas (deliziosi dolcetti alla ricotta che ho in progetto di imparare a preparare) e per finire crostata con crema al limone a frutta fresca.

Come regalo, al posto dell'uovo di cioccolato, ho ricevuto un particolare pane, detto su coccoi de Pasca, fatto di pasta di semola intrecciata con un uovo (di gallina) e cotto nel forno a legna. Questo è il pane tipico della festa di Pasqua: un tempo non ci si poteva permettere il cacao, figuriamoci le uova di cioccolato, e questo era il regalo che si portava a casa di amici e parenti.

A questo punto vi lascio la ricetta della mia crostata.


CROSTATA CON CREMA AL LIMONE E FRUTTA FRESCA

Ingredienti per la pasta frolla
125g di burro
250g di farina
2 tuorli d'uovo
100g di zucchero
1 bustina di vanillina
1 punta di cucchiaino di lievito per dolci

Ingredienti per la crema
200ml di acqua
il succo di 1 limone
la scorza grattugiata di 1 limone
60g di amido di mais
150g di zucchero
2 tuorli d'uovo
30g di burro

Ingredienti per la decorazione
3 kiwi
1 cestino di fragole

Procedimento
Impastare la frolla lavorando velocemente gli ingredienti con le mani. Avvolgere l'impasto nella pellicola trasparente e far riposare mezz'ora in frigorifero.
Nel frattempo preparare la crema. Mescolare in una casseruola l'acqua, lo zucchero, l'amido di mais, il succo e la buccia di limone. Quando tutti i grumi si saranno sciolti, cuocere a fuoco lento mescolando continuamente fino a che il composto non abbia raggiunto la consistenza di una crema. Togliere dal fuoco e incorporare a filo i tuorli precedentemente sbattuti con un cucchiaio d'acqua. Rimettere il tegame sul fuoco e aggiungere il burro a pezzetti. Mescolare finchè il burro non si sarà amalgamato completamente.
Togliere la frolla dal frigo e disporla nella teglia imburrata. Coprire con un foglio di carta da forno e con abbondanti fagioli secchi (o riso) affinchè la pasta non si gonfi durante la cottura. Infornare a 200°C per circa 40 minuti.
Dopo averlo fatto raffreddare, riempire il disco di frolla con la crema e decorare con la frutta fresca.

Auguro a tutti un buon fine settimana, io mi consolerò cucinando tante cose buone (visto che le mie doti di deambulazione per il momento sono vicine allo zero), sognando la mia futura cucina, grande e accogliente, e piena di gente che fa pasticci ed è felice :-)

venerdì 6 aprile 2012

Il Pranzo della Domenica e i Cannelloni ai Carciofi della Mamma

Lo scorso fine settimana sono stata "a Casa" dai miei genitori, dalle mie gattine, dal mio giardino, dal mio mare... nella casa dove sono cresciuta e dove mi sento sempre... "a casa". Vogliamo essere indipendenti e camminare da soli sulle nostre gambe, ma volte è così bello sentirsi coccolati e protetti come bambini, dormire sonni profondi e tranquilli e svegliarsi con il profumo della torta di mele e il tavolo imbandito per la colazione.

Mia mamma solitamente inizia a preparare scorte di cibo almeno un paio di settimane prima del mio arrivo, si informa ripetutamente su cosa preferirei mangiare e su quali "provviste" mi deve preparare per la sopravvivenza a Milano.
Se lei esagera nell'organizzazione e nella preoccupazione, mio papà è invece patologico per quanto riguarda le porzioni. Nella nostra famiglia è sempre stato lui l'addetto alla spesa: il sabato mattina va a comprare esattamente "quello" che c'è scritto sul bigliettino, minuziosamente preparato da mia mamma, ma il "quanto" lo decide lui.
Una volta un'anziana signora, vedendo il suo carrello della spesa, gli ha addirittura chiesto se stesse aprendo un ristorante. Lui le ha risposto, un po' sul serio e un po' per scherzo: "No, mi mangio tutto io!". Credo che la vecchina sia fuggita con la sua mela e i suoi 50 grammi di prosciutto, spaventata da questa risposta che, data la stazza di mio papà, forse poteva sembrare minacciosa.
Per questo, ho sempre un po' di paura quando gli chiedo: "Papà, mi compreresti qualche trancio di tonno in pescheria da portare a Milano?". Mi è capitato diverse volte di non avere abbastanza spazio nel congelatore, quindi ho capito che devo essere molto più precisa sulla quantità. 


Comunque, questo è uno dei loro modi per dirmi quanto mi vogliono bene: rimpinzarmi di ottimo cibo e prepararmene altrettanto da portare con me quando parto, così da sentirmi un po' coccolata, anche lontana da loro. Allora, quando rietro dal lavoro la sera, ceno con la "torta verde" di mia mamma e penso a tutto l'amore che ci ha messo per prepararla: sono felice, anche se in questi momenti un po' di malinconia mi accompagna sempre.

Il pranzo della domenica è stato a base di carciofi, che io adoro. I miei genitori ne hanno ricevuto un po' in regalo dal vicino di casa, teneri, gustosi e genuini, che sono stati, ovviamente, gelosamente custoditi in occasione del mio arrivo :-)
Menù: antipasto con carciofi crudi conditi con un filo d'olio e limone, cannelloni ai carciofi e agnello con patate al forno, accompagnati da carciofi stufati. Per finire un sorbetto all'arancia. Tutto delizioso, mia mamma è una cuoca fantastica.
 
Tra i commensali ci sono stati attimi di malcontento, quando stavo impedendo loro di buttarsi sui cannelloni fumanti perchè ero intenta a fotografarli, ma la rivolta, per fortuna, è stata sedata da mia mamma, che mi protegge sempre, con promesse di porzioni extra, per farsi perdonare l'attesa. 
Mi sta capitando sempre più spesso di rischiare di far raffreddare le pietanze, pur di fotografarle e di testimoniarne "l'appetitosità". Mi devo preoccupare? Comunque mi sembra che sia una sindrome piuttosto diffusa... qualcuno ne sa qualcosa? :-)
In fondo però, nonostante la fame, erano tutti orgogliosi del fatto che le foto sarebbero finite sul mio blog e felici che io abbia questo piccolo spazio che mi dà soddisfazione ed entusiasmo.


Dopo pranzo ci siamo crogiolati al sole primaverile in giardino, coccolando un po' le nostre dolci e viziatissime gattine (agnello per pranzo anche per loro ovviamente). Poi passeggiata sulla spiaggia. Stupendo. Inutile dire che non sarei più voluta partire, pensare che, quando vivevo là, non mi rendevo conto di quanto fossi fortunata! Oggi invece sogno di poter, prima o poi, ritornare a vivere al mare.

Vi lascio la ricetta degli squisiti cannelloni di mia mamma che, come ogni  cuoca che si rispetti, cucina "a occhio", come dice lei. E' stato arduo strapparle delle dosi di massima, quindi considerate la mia ricetta come una base da perfezionare nelle quantità, secondo i vostri gusti.



I CANNELLONI AI CARCIOFI DELLA MAMMA

Ingredienti per 4 Persone
1 confezione di Cannelloni
Per il ripieno
6 carciofi
400g di ricotta
2 uova
4 cucchiai di pecorino sardo grattugiato
Per la besciamella
750 ml di latte parzialmente scremato
4 cucchiai rasi di farina
3 cucchiai di olio
noce moscata

Procedimento
Pulire e tagliare finemente i carciofi e farli stufare in una casseruola a fuoco lento con poco olio e un pizzico di sale. Quando saranno cotti lasciarli raffreddare, poi unire la ricotta, le uova e il pecorino.
Preparare la besciamella, sempre a fuoco lento, amalgamando bene la farina con l'olio in un tegame, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno per evitare che si formino grumi. Unire la noce moscata e poi il latte a poco a poco. Continuare a mescolare finchè la besciamella non avrà raggiunto la consistenza desiderata.
Riempire i cannelloni, riporli nella teglia e coprire il tutto con la besciamella e spolverare con un po' di pecorino grattugiato. Cuocere in forno a 200 °C per 45 minuti, finchè i cannelloni non risulteranno dorati.
P.S. A casa mia il burro non si usa, se non nei dolci che lo richiedono obbligatoriamente. Questo è dovuto a radici liguri ben salde nel terreno. Non abbiatene a male, so che per molti è un eresia, ma fidatevi questa besciamella è tanto leggera quanto gustosa.


Cari mamma e papà, grazie. Grazie perchè siete sempre accanto a me, grazie perchè spesso state in silenzio, anche quando vorreste parlare, grazie perchè, per voi, tutto quello che faccio è sempre speciale, grazie perchè mi preparate tante cose buone e mi caricate di provviste. Grazie perchè da voi ho imparato che cucinare è un modo speciale per dire ti voglio bene e ti amo. E grazie perchè, quando torno a casa, sono così tranquilla (e con la pancia piena), che dormo talmente profondamente da sembrare una di loro.


Colgo l'occasione per augurare a tutti voi una felice Pasqua. Io parto stasera per andare a trovare la mia famiglia acquisita in Sardegna, non vedo l'ora di arrivare. Speriamo però che non vogliano dimostrarci troppo affetto anche loro, altrimenti rischiamo di tornare con molti (troppi) chili in più, sia nella pancia che nel bagaglio da imbarcare in aereo!

mercoledì 28 marzo 2012

Nuovi Premi e Nuove Cup Cakes al Pistacchio

Meglio tardi che mai: con grande ritardo ringrazio Stefania di Formine e Mattarello per avermi assegnato il premio Cake Blog di Qualità.
Il fatto che il mio Blog sia apprezzato e che ci siano persone che hanno piacere di leggere le mie Ricetteracconto (o Raccontoricette) mi rende molto felice, perchè questa, come ho già detto anche in passato, è la realizzazione di un piccolo sogno. Adesso cucinare è ancora più entusiasmante, perchè i piatti sono diventati progetti, che comprendono idee, fantasia, preparazione, attenzione ai particolari, fotografie, emozioni, condivisione. E non c'è niente di meglio che impegnarsi in un bel progetto, a mio parere, per sentirsi entusiasti ed appagati (e io, in questo periodo, ne ho proprio bisogno).
Le regole per il premio sono queste: nominare, ringraziare e linkare il blog di chi ti ha donato il premio, condividere 7 ricette dolci che ti hanno cambiato la vita e infine nominare altri 10 cake blogger a cui vorrai donare il premio.

Sette ricette dolci che mi hanno cambiato la vita... Sicuramente al primo posto ci sono le mie adorate Cup Cakes.
Queste piccole tortine uniscono la mia passione per la pasticceria, la mia golosità e la mia creatività. Se avete letto il post precedente, saprete che per me sono il dolce fashion per eccellenza: deliziose, bellissime e irrinunciabili proprio come un paio di scarpe o una borsetta :-) 
La parte che preferisco, quando le preparo, è pensare agli abbinamenti sapori - colori - decorazioni e qui, la stilista mancata che è in me, finalmente può dare libero sfogo alle sue spumeggianti e fin troppo numerose idee.



Secondo, terzo e quarto posto ex equo vanno alla torta allo yogurt, alla crostata con la marmellata e alla crostata con crema pasticcera e frutta fresca.
Questi sono i dolci della mia infanzia, che mia mamma preparava sempre per il mio compleanno. Mi ricordo quando glassava la soffice torta allo yogurt (se volete la ricetta la trovate qui) e la decorava con fettine di arancia candita, o quando con la pasta frolla scriveva "Auguri Francesca" in mezzo alla marmellata. Poi impacchettava tutto con la carta trasparente e dei bei fiocchi e portava le torte a scuola per la festa con i compagni.
Anche se tornava tardi dal lavoro e aveva mille cose a cui pensare, iniziava giorni prima a pensare e a organizzare la preparazione di quelle torte. Se chiudo gli occhi mi sembra di essere in classe in procinto di spegnere le candeline mentre penso con orgoglio "questa l'ha fatta la mia mamma".
La crostata con crema pasticcera e frutta fresca era invece riservata alla festa a casa, con amici e parenti. Noi bambini giocavamo a nascondino tra i mobili o ci raccontavamo storie terrorizzanti sotto il tavolo, in attesa dell'unico momento interessante della cena: il dolce e i regali ovviamente!

Al quinto posto metto la Torta Sacher, perchè mi ricorda i pomeriggi trascorsi a cucinare dolci con la mia amica Federica, durante il periodo del liceo.
Ci vedevamo a casa di una delle due dopo la scuola, e spesso il premio che ci concedevamo per aver fatto tutti i compiti (sì, perchè noi li facevamo tutti: da chi li avrebbero copiati i nostri amici altrimenti?) era cucinare torte o biscotti. Il maggior successo lo abbiamo avuto con la Sacher che è tutt'ora richiestissima in occasione del compleanno di Federica: la sua assenza provoca malcontento e minacce di mancata consegna dei regali. La ricetta l'abbiamo trovata su un vecchio libro della mamma di Federica, non so se avrò mai il permesso di pubblicarla, Fede ne è molto gelosa... :-)
E' davvero ottima. Quando siamo state a Vienna abbiamo provato l'autentica torta Sacher alla famosa pasticceria Demel e abbiamo stabilito, in modo del tutto OGGETTIVO, che quella che facciamo noi è decisamente più buona. Lo pensereste di sicuro anche voi, ma non so se la mia amica mi darà mai il permesso di divulgare la ricetta segreta. Possiamo sempre fare un appello, ma mi dovete aiutare: Fede permetti a Francesca di postare la ricetta della Sacher sul suo Blog!



Al sesto posto metto la torta di pan di spagna con bagna al liquore e crema pasticcera. Non ho mai amato questo tipo di torta e non avevo neanche mai provato a cucinarla, fino a quando "una persona speciale" non mi ha detto che è il suo dolce preferito. Bhe non potevo fare a meno di imparare e di farne una ottima per il  suo compleanno. Il potere dell'amore...

Sono arrivata al settimo posto, difficile scegliere... metterò il tortino al cioccolato dal cuore fondente (o moelleux au chocolat). L'ho mangiato la prima volta in Francia, ero bambina, in vacanza in Corsica con i miei genitori. Seduta, sotto le stelle, in un tavolino posizionato all'aperto in una stradina del centro storico di un bellissimo borgo, ho affondato il cucchiaio in quel magico dolce e sono rimasta a bocca aperta di fronte al suo cuore morbido e caldo. Mio papà e mia mamma mi guardavano divertiti.
Ogni volta guardo e assaporo questo dolce con lo stesso stupore e piacere di bambina che ho provato quella sera. Inoltre ho preparato questo tortino la prima volta che ho invitato "lui"a cena. Devo dire che l'ho stupito e che ha apprezzato molto. Visti i risultati, mi sento di consigliarlo se siete indecisi sul dolce da preparare per un primo appuntamento :-) Io ho usato la ricetta di Giallo Zafferano che trovate qui

E ora veniamo ai cake blogger a cui vorrei donare il premio, difficile scegliere tra tanti che seguo, bravi e originali. Dunque il mio premio va a...



Carotina abbrustolita
Cook the Look
Diario di Cucina
Dolci Magie e Stelline Colorate
Fragole a Merenda
Il Mestolo Magico
La Femme du Chef
La Petite Quillère
Le Ricette dell'amore Vero
Pandispagna
Paprika & Paprika
Sweet Corner

Ops... sono 12 non 10... mi perdonerete, ma non riuscivo proprio a scartarne due, e cmq lo faccio per voi, vedrete che buone ricette che troverete in questi blog ;-)

Comunque non è finita qui, ho anche ricevuto da Veronica del Mestolo Magico il premio Blog 100% affidabile. Questo premio viene assegnato a Blog con i seguenti pregi: è aggiornato regolarmente, mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive, favorisce la condivisione e la partecipazione attiva tra i lettori, offre contenuti ed informazioni utili ed originali, non è farcito di troppa pubblicità.



Grazie ancora a Veronica che mi supporta continuativamente nella mia attività di blogger!

In questo caso sono 5 i blogger a cui passare il testimone. Nomino quindi:

Basilico, Malva e Cerfoglio
Cucina e Cantina
Kitty's Kitchen
L'appetito Vien Leggendo
Menta e Liquerizia

Vi saluto con una ricetta a base di... Cup Cakes :-) visto che le ho messe al primo posto tra i dolci che mi hano cambiato la vita!



CUP CAKES AL PISTACCHIO CON GLASSA AL CACAO

Ingredienti per 14 Cup Cakes
250g di burro morbido
250g di zucchero
150g di farina 00
100g di pistacchi tritati
4 uova
1/2 bustina di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucciaino di vaniglia in polvere

Procedimento
Montare lo zucchero con il burro morbido, il pizzico di sale e la vaniglia. Aggiungere le uova e poi la farina miscelata al lievito e i pistacchi tritati. Versare il composto nei pirottini e far cuocere in forno a 180° per 20 minuti circa.

Ingredienti per la Glassa al Cacao
115g di burro a temperatura ambiente
500g di zucchero a velo
3/4 cucchiai di cacao amaro
3/4 cucchiai di latte
Procedimento
In un contenitore capiente amalgamare con delle fruste elettriche il burro, lo zucchero, il latte, il cacao e metà dello zucchero a velo, fintanto che il composto non sarà cremoso ed omogeneo. Aggiungere lentamente il restante zucchero a velo continuando a lavorare il composto. Guarnire le cup cakes con la galssa al cacao.

lunedì 19 marzo 2012

E io che pensavo di essere Fashion... Cup Cakes al tè Macha con crema alla Fragola

L'altro giorno stavo leggendo sulla mia rivista preferita, l'intervista ad alcune donne influenti nel mondo della moda, interrogate sui must have della stagione. Sì i must have, quello che non puoi non avere o sei out. Bisogna imparare il gergo giusto, altrimenti si fa prima a non comprarseli neanche i giornali di moda. Ad ogni modo, nell'articolo in questione, erano contenute le opinioni di fashion editor, modelle, giornaliste ed icone di stile. 
ICONE DI STILE??? Ma cos'è, un mestiere? Mi sono davvero indispettita: ereditiere o "figlie di" che non fanno altro che shopping e dettano le regole della moda. Considerato che praticamente non ho il tempo neanche di vederle le vetrine, se non durante qualche incontro fugace in pausa pranzo, ho immediatamente chiuso il giornale con aria di superiorità, pensando che non accetterò mai i consigli di una che di mestiere fa l'icona di stile.
Io sono very fashion anche senza di loro, mi sono detta, e mi sono preparata per uscire, diretta a comprare la teglia per le whoopie pies, perchè ormai anche in cucina devi essere al passo con le mode, se non vuoi essere tagliata fuori, e devo dire che a me non dispiace affatto :-)
Avevo un outfit perfetto da domenica pomeriggio a mio parere: skinny jeans, stivali neri senza tacco alti sopra il ginocchio, magliettina con stampa grafica, piumino nero lucido e borsa verde petrolio (regalo del mio ragazzo!). So cool! Se non capite, fate un corso accelerato di fashionese, non posso mica tradurvi tutto :-)



Così sono uscita, contentissima e molto sicura di me, e sono andata a comprare la mia teglia, sognando di preparare tanti deliziosi dolcetti, non solo nel gusto ma anche nella forma e nel colore. E un motivetto scorreva nella mia mente: lalalalalala sono proprio very fashion e cucino dolcetti fashion lalalalalala, alla faccia di quelle icone, che secondo me non sanno neanche fare un riso in bianco!
Visto che era ancora presto ed eravamo in zona, con il mio ragazzo abbiamo deciso di andare a fare un giro in Corso Como, molto famoso a Milano per i suoi locali e i suoi negozi. E, tra ciò di cui si parla molto, c'è un locale/negozio/galleria d'arte, 10 Corso Como, che sembra essere imperdibile, per la serie: se non sei mai andato a 10 Corso Como non puoi dire di essere stato a Milano! Confesso che, in undici anni di vita qui, non avevo mai incluso questa visita tra i miei principali obiettivi, ma, data l'occasione, abbiamo deciso di entrare, giusto per confermare che siamo in e seguiamo tutti i trend.


Nel negozio mi sono sentita abbastanza... un pesce fuor d'acqua. Io che pensavo di essere così glamour quel giorno! Le commesse erano più eleganti e perfette di quando mi vesto per andare ad un matrimonio, i ragazzi che stavano facendo shopping provavano pantaloni super aderenti e cappelli variopinti, che, per usare un eufemismo, si potrebbero definire... un po' eccentrici. Caspita, eppure io sono sempre stata considerata un esempio da seguire in fatto di look, ma lì non sembrava. FORSE aver frequentato ingegneria e lavorare in un ambiente prettamente maschile (di ingegneri), ha falsato un po' la mia percezione della realtà, e FORSE non sono davvero così ben vestita. Aprire gli occhi su questa amara verità per me sarebbe un dramma, perchè io amo i vestiti!!! E le scarpe, e le borse e gli accessori.... è un ipotesi che non posso prendere in considerazione: penso proprio che siano gli altri a essere troppo perfetti o troppo "eccentrici".

Ad ogni modo, a parte lo shock modaiolo, ne è valsa la pena fare una visita a 10 Corso Como, vista la sorpresa che abbiamo avuto. Nella galleria d'arte c'era una mostra fotografica molto bella, ma soprattutto siamo saliti sul tetto del palazzo. In un angolo della sala c'era una scaletta che nessuno stava considerando e io, da buona curiosa, mi ci sono voluta intrufolare. Siamo arrivati su un tetto/terrazza che ci ha lasciati a bocca aperta: affacciato su un bellissimo cortile ricco di verde, permette di ammirare dall'altro il panorama di quella zona di Milano, che mi ha suggerito un non so che di parigino. Il terrazzo è arredato e decorato con mobili/scultura, è silenzioso e ci si può fermare liberamente per rilassarsi, chiacchierare o scrivere qualche appunto in un'atmosfera un po' bohèmien. Io ovviamente ho subito pensato che sarebbe una location fantastica per organizzare una festa (con il catering di mia responsabilità ovviamente!), ma qualcosa mi dice che qualcuno ci ha già pensato prima di me. Ci ritorneremo di sicuro e consiglio a chi abita in zona di farci un salto, magari verso il tardo pomeriggio. E non dimenticate di portare dietro qualcosa su cui fantasticare, il luogo concilia. 



Tornata a casa, per distogliere la mente dal terribile dubbio che forse l'icona di stile è davvero un mestiere e che io dovrei mettere in pratica i loro consigli, ho voluto preparare quelle che nel mondo del food sono delle it cake. Proprio così, se nel mondo della moda ci sono le it bag, secondo me in cucina ci sono le it cake, ossia quei dolci che non puoi non conoscere, non adorare e non bramare! Anche tra pentole e fornelli valgono le leggi della moda, aiuto! :-) Per fortuna, in questo caso, preparare le it cake non prevede difficoltà pari a quelle che si potrebbero incontrare nell'acquisto di una Chanel 2.55.
Ma non vi ho detto quali sono per me le it cake: ma le cup cakes ovviamente! E  visto che nei look primavera/estate saranno protagonisti i colori, ho voluto realizzarne alcune verdi e rosa molto allegre, fresche e... FASHION!

CUP CAKES AL TE' MACHA CON CREMA ALLA FRAGOLA
Ingredienti per 12 Cup Cakes
115g di burro a temperatura ambiente
200g di farina
200g di zucchero
120ml di latte
2 uova
1 bustina di lievito per dolci
1 cucchiaio di tè macha
1pizzico di sale
marmellata di fragole
Procedimento
Lavorare il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema. Poi aggiungere le uova e montare il tutto con le fruste elettriche. Aggiungere poi le la farina setacciata, il lievito, il latte, il tè ed un pizzico di sale. Far cuocere in forno a 180 °C per circa 20 minuti. Sfornare e lasciar raffreddare  dolcetti su una gratella. Quando le cup cakes saranno fredde praticare un piccolo foro sulla parte superiore e riempirlo di marmellata di fragole

Ingredienti per la Crema alla Fragola
115g di burro a temperatura ambiente
500g di zucchero a velo
4-5 fragole frullate
Procedimento
In un contenitore capiente amalgamare con delle fruste elettriche il burro, lo zucchero, le fragole frullate e metà dello zucchero a velo, fintanto che il composto non sarà cremoso ed omogeneo. Aggiungere lentamente il restante zucchero a velo continuando a lavorare il composto. Guarnire le cup cakes con la crema alla fragola.



Con questa ricetta partecipo al contest Fashion Food, incrociate le dita per me, se vincessi potrei tornare in auge nella Milano modaiola con un nuovo look!


venerdì 16 marzo 2012

Una Torta Mimosa per...

Chi pensa che fare una torta significhi solo realizzare un buon dolce per soddisfare golosi palati, si sbaglia di grosso. Fare una torta significa voler bene, sognare, rilassarsi, condividere, capire, gioire e mille altre cose che si scoprono giorno dopo giorno. Se non siete convinti continuate a leggere...

UNA TORTA MIMOSA PER SOGNARE CON UN'AMICA

Qualche settimana fa Cristina mi ha detto di voler organizzare una cena con alcune amiche speciali J e mi ha chiesto di aiutarla nella preparazione della torta. Non poteva esserci proposta più gradita, innanzi tutto io adoro cucinare, in particolar modo i dolci, ma soprattutto sarebbe stata l’occasione per sperimentare un’idea che da tempo ci frullava per la testa: una collaborazione “pasticcera”! Pasticceria e pasticci insomma.
Dal momento che la cena era fissata per l’8 marzo, Cristina ha proposto di preparare la Torta Mimosa. È partito dunque un frenetico scambio di mail in merito all'organizzazione della serata, a quale ricetta fosse meglio seguire e a come presentare il dolce (ci sarebbe piaciuto realizzare delle mini torte mimose, ma non avevamo l’attrezzatura adatta). Alla fine ci siamo orientate verso la Torta Mimosa Classica secondo la ricetta di Giallo Zafferano alla quale abbiamo apportato alcune piccole modifiche.
La preparazione è iniziata il lunedì sera, il mio fantastico robottino da cucina ha lavorato senza posa per impastare due sofficissimi pan di spagna. Nel mentre, io e Cristina siamo state “costrette” a chiacchierare nell’attesa che il composto fosse sufficientemente spumoso. Pettegolezzi, problemi, sogni, speranze. Trovo che cucinare con un’amica sia bellissimo, ti rilassa e lascia spazio alle confidenze: mescoli a tutti gli ingredienti parole che arrivano dal cuore. Poi abbiamo preparato la crema e impacchettato tutto ermeticamente visto che, alla faccia della primavera, stava diluviando, e Cristina doveva portare tutto a casa.
Per alcune ore non sono esistiti più il lavoro che non ci soddisfa e i problemi della vita di tutti i giorni, ma solo sorrisi, allegria e il sogno di aprire un cup cake bar o di metter su una società di organizzazione di eventi. Chissà se i nostri sogni resteranno tali, ma una cosa è certa: abbiamo passato una splendida serata, la squadra è vincente e ci aspettano nuove sfide culinarie!




UNA TORTA MIMOSA PER CAPIRE SE UN UOMO E' QUELLO GIUSTO

La seconda fase della realizzazione della torta si è svolta il mercoledì a Casa di Cri e Dino, il suo fidanzato. Lo scopo di Dino era quello di riposarsi, ma è stato caldamente invitato ad aiutarci. La divisione compiti è stata la seguente. Dino: montare la panna e dividere in due il primo pan di spagna. Cristina: aggiungere la panna montata alla crema già pronta e farcire la torta. Io: tagliare a cubetti perfettamente identici il secondo pan di spagna per la guarnitura. Tutti insieme: incollare i cubetti decorativi sulla torta.
Cosa c'entra questo con la ricerca del famigerato "uomo giusto"? Semplice. Anche se stanco dalla giornata Dino ci ha accolte sorridente (compresa l'amica terzo incomodo che sarei io) e ci ha aiutate nella preparazione del dolce (punto a suo favore). Mentre lavoravamo si vedeva quanto fosse felice della felicità della sua ragazza, tutta presa dalla torta e dall'organizzazione (punto a suo favore). E poi non dimentichiamo che ha anche tagliato in due parti perfettamente identiche il pan di spagna (e per questo gli darei due punti J).
Giunta le sera della cena, il povero Dino ha spontaneamente cercato asilo a casa di amici per assicurarci la nostra intimità di donne (e anche qui un punto non gleilo toglie nessuno), ma prima di andar via ha lasciato a casa una rosa rossa e un mazzo di mimose per ognuna di noi, con un biglietto: "Al mio amore e alle fantastiche Sfogliatelle" (Le Sfogliatelle è il nome del nostro meraviglioso corpo di ballo, ma questa è un'altra storia...). Il contatore dei punti è salito alle stelle e sta per rompersi! Che ne dite è l'uomo giusto per Cristina? Secondo me sì!




UNA TORTA MIMOSA PER FESTEGGIARE

La cena è stata perfetta, finalmente un po' di tempo per chiacchierare con calma: nuovi lavori, lavori che non piacciono, fidanzati e ricerche di fidanzati e un bel po' di "taglia e cuci" che non guasta mai!
Finalmente mettiamo a tavola la torta e riempiamo i bicchieri con lo spumante, a questo punto Cristina fa un annuncio a sorpresa: siamo tutte invitate al suo matrimonio! Urla di gioia e abbracci, nemmeno la scena di un film reggerebbe il confronto. Ci siamo tutte emozionate quando ci ha detto che, se immagina il suo ingresso in chiesa, sono nostri i volti che vede tra gli invitati. Qualcuna ha anche versato una lacrimuccia. E da quel momento... raffica di domande alla sposa!
Sono felice di aver condiviso l'organizzazione di un evento così importante, sono felice di essere stata lì e che non siano state necessarie parole per dirci quanto eravamo vicine, porterò sempre nel cuore lo sguardo e la gioia di Cristina. Auguri!




TORTA MIMOSA CLASSICA
Ingredienti per 2 pan di spagna del diametro di 22 cm
200g di farina
40 g di fecola di patate
4 uova intere
8 tuorli
220 g di zucchero
2 bustine di lievito per dolci
Ingredienti per la crema pasticcera
55g di farina
300 ml di latte fresco intero
300 ml di panna fresca liquida
8 tuorli
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
200 g di zucchero
Ingredienti per la bagna al liquore
100 ml di acqua
50ml di alchermes
50 g di zucchero
Ingredienti per la panna montata zuccherata
200 ml di panna fresca liquida
20 g di zucchero a velo

Procedimento
Unire le uova intere e lo zucchero e montare gli ingredienti per almeno 30 minuti a velocità elevata fino ad ottenere un composto ben gonfio. Aggiungere i tuorli e continuare a montare per altri 10 minuti. Aggiungere al composto la farina, la fecola e il lievito preventivamente setacciati e amalgamare delicatamente con una spatola con dei movimenti che vanno dal basso verso l’alto per incamerare aria. Versare l’impasto ottenuto in due teglie imburrate ed infarinate del diametro di circa 22 cm e cuocere in forno a 180-190 gradi per circa 30 minuti.
Nel frattempo preparare la crema pasticcera. Mettere in un tegame il latte e la panna e portare a sfiorare il bollore. In un altro tegame mettere i tuorli e lo zucchero e mescolare con un cucchiaio di legno,  poi aggiungere la farina e la vaniglia.  Poi unire il composto di latte e panna calda, quindi stemperare il tutto con una frusta. Accendere il fuoco e fare addensare, non appena la crema comincerà a sbuffare versare la crema in una teglia bassa e larga. Ricoprire la crema pasticcera con della pellicola trasparente che deve toccare la superficie della crema e mettere a raffreddare in frigorifero o in freezer.
Preparare la bagna facendo sciogliere in un pentolino lo zucchero assieme all’acqua e al liquore, quindi far raffreddare.
Montare la panna ben fredda con uno sbattitore: non appena comincerà a gonfiare unire lo zucchero a velo e portare a termine la montatura, poi mettere il tutto in frigorifero. Quando la crema pasticcera sarà fredda metterla in una ciotola e unire delicatamente la panna montata, tranne due cucchiaiate da tenere da parte.
Eliminare dai due pan di spagna la parte scura esterna, con un coltello dalla lama lunga dividere uno dei pan di spagna e ricavare due dischi di uguale spessore, tagliare l’altro a cubetti.
Per assemblare la torta inzuppare con la bagna il primo disco di pan di spagna e poi stendere un velo di panna montata zuccherata. Sopra la panna, stendere la crema pasticcera mista a panna e quindi appoggiare il secondo disco di pan di spagna. A questo punto ricoprire tutta la torta con la crema avanzata. Una volta ricoperta, passare alla decorazione facendo aderire i cubetti di pan di spagna alla crema che fungerà da collante. Far riposare la torta in frigorifero per almeno mezza giornata.



P.S. UNA TORTA MIMOSA PER CAPIRE COSA VOGLIO

Quando sono arrivata a casa loro per l'assembleggio della torta, Cristina a Dino si sono salutati come se non si vedessero da lungo tempo. Erano così felici di ritrovarsi la sera e di darsi un bacio. Io mi sono sentita una spettatrice un po' inopportuna in quel momento, ma anche molto fortunata, perchè vedendo loro, ho visto esattamente anche quello che voglio per me.